Una "Leggina" per la 194

La nuova legge siciliana (n. 738) introduce una misura molto semplice che obbliga il personale medico a dichiarare la propria eventuale obiezione all'atto dell'assunzione

Una "Leggina" per la 194
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In Sicilia, all'Assemblea regionale, è servito un voto rigorosamente segreto per unire maggioranza e opposizione (la giunta è di centrodestra) e per veder approvata una leggina che permetterà l'effettiva applicazione della 194, quella sull'aborto, quella del 1978, quella che, in certe regioni e in Sicilia in particolare, è ancor oggi ostaggio di un massiccio ostacolo chiamato obiezione di coscienza. La nuova legge siciliana (n. 738) introduce una misura molto semplice che obbliga il personale medico a dichiarare la propria eventuale obiezione all'atto dell'assunzione, questo senza la possibilità di scoprirsi improvvisamente obiettori soltanto dopo, come fanno quasi tutti, lasciando sguarnite le strutture per l'interruzione di gravidanza e vanificando il concorso per il quale erano state reclamate assunzioni. Nei fatti, quella dell'obiezione di coscienza rispetto agli ambulatori per l'applicazione della 194 (sgraditi a molto personale medico come può esserlo, con rispetto parlando, un turno al pronto soccorso) si profila notoriamente come una truffa: quasi il 90 per cento degli italiani è favorevole alla 194, ma ecco che i ginecologi obiettori, invece, sfiorano l'80 per cento, gli anestesisti obiettori il 60, il personale paramedico il 50, poi ci sono regioni «tipiche» (Campania, Basilicata, Molise, appunto Sicilia) in cui si sfiora il 90 per cento: e magari dovremmo credere che in queste regioni tutto o quasi il personale sia stato preso da improvvise e irrinunciabili crisi di coscienza (casualmente quasi assenti in Trentino o in Val d'Aosta) anziché allettato da vacatio professionale.

Ovviamente la legge siciliana non restringe la facoltà di fare delle personali scelte di coscienza (che in molti paesi occidentali non sono permesse) ma questo a condizione che la scelta sia dichiarata prima di essere indirizzati dove gli obiettori non servirebbero. Insomma:

in Italia, per applicare la 194, servono ginecologi a tutto tondo, non obiettori: pare logico, eppure ci sono degli ospedali in cui l'obiezione è del 100 per 100 (Lombardia compresa) e qualcosa non quadra. Le disparità territoriali nell'accesso alla 194 sono significative, e, più che di sinceri obiettori, l'astensione è spesso materia per posapiano o per carrieristi che non hanno tempo da perdere tra gli anfratti meno gratificanti della professione.

La decisione dell'Assemblea siciliana potrebbe fare scuola, anche se resta incredibile che per favorire la corretta applicazione di una legge (che oltretutto funziona: gli aborti calano ogni anno) la classe politica sia dovuta ricorrere allo scrutinio segreto, quasi a vergognarsi del proprio voto.

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