Ci risiamo: la sinistra continua a sfoggiare la sua presunta superiorità morale, arrivando a rivendicare una sorta di paternità intellettuale di Pier Paolo Pasolini. La galassia rossa è andata su tutte le furie perché la Fondazione Alleanza Nazionale ha osato organizzare un convegno al Senato dal titolo Pasolini conservatore in occasione del cinquantenario della sua morte. E vai con la bufera contro il centrodestra, accusato di volersi appropriare del grande intellettuale italiano. Ma a spazzare via le polemiche pretestuose è stato Ignazio La Russa, che ha rispedito al mittente le farneticazioni degli avversari.
Il presidente del Senato, intervenuto all'evento, ha ricordato che Pasolini si è sempre dichiarato comunista e che ha continuato a votare per i comunisti anche dopo la cacciata dal partito. Insomma, non si può certamente dire che la sua storia appartenga alla destra. Ma La Russa ha aggiunto un altro dettaglio fondamentale: "Credo che con forza possiamo dire come sia stato un uomo irregolare ma così importante da meritare oggi uno studio approfondito".
Ecco perché la sua memoria non può essere affidata a una parte, "ma è bene che sia affidata a tutti senza preclusioni e con la consapevolezza che, comunque lo si voglia guardare, fu un grande intellettuale italiano". "Una di queste figure che non si può incasellare in uno schema è proprio a mio avviso Pasolini", ha ribadito il presidente del Senato. Va sempre ricordato che Pasolini fu espulso dal Partito comunista italiano per indegnità morale. Una decisione che solitamente non veniva presa con frequenza né con leggerezza, e infatti seguirono anni di silenzi e riflessioni da parte dei dirigenti. Non a caso, l'episodio - ha rimarcato La Russa - segna una differenza abissale rispetto alla destra: "L’Msi non cacciò mai un omosessuale per indegnità morale".
La domanda sorge spontanea: la sinistra come può pensare di arrogarsi la proprietà di un intellettuale così irregolare e libero, che già all'epoca riuscì a cogliere - anticipando tutti - i problemi legati al consumismo, alla globalizzazione e alle deformazioni della contemporaneità? Da qui il monito di Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera in quota Fratelli d'Italia:
"Scambiarlo per un moloch di una qualsiasi parte politica, come è stato fatto dalla sinistra negli ultimi decenni, è un errore che non deve essere commesso". Il messaggio è indirizzato alla sinistra: giù le mani da Pasolini.