Adesso è uno scrosciar di mani, plausi e applausi, madaglie da appuntar sul petto. Il neo «Mostro di Firenze» è stato catturato. Che meraviglia, che bello, quanta efficienza. Si spertica in lodi dal sapore così autoreferenziale il procuratore di Firenze Giuliano Giambartolomei: «È stato un lavoro straordinario, fatto con eccezionale tempestività- il trionfale commento davanti alle telecamere-. Abbiamo avuto la segnalazione dell'omicidio alle ore 10 del 5 maggio scorso, oggi possiamo dire con certezza che il caso è stato risolto in meno di 4 giorni con il massimo impegno di tutti, polizia e carabinieri. Massimo impegno significa non dormire, non mangiare per arrivare al risultato». Sulla stessa, ridondante, lunghezza d'onda, il questore Raffaele Micillo: «Complimenti a tutti. Abbiamo preso la bestia». Eccezionale, straordinaria, inchiesta lampo? Mah, se lo dicono loro... le «autorità». A noi, addetti ai macabri lavori, costretti a raccontare ciò che la mente non vorrebbe nemmeno immaginare, non sembra così. E si vorrebbe obbiettare. Perché? Perché questo maniaco omicida, di giorno dottor Jekyll, di notte mister Hyde, è stato fermato soltanto ora? A cose fatte, ad omicidio compiuto. Perché in questo Paese la molla scatta sempre in ritardo? Eppure era da tempo, tanto, che il signor Riccardo Viti, colpiva. Indisturbato, almeno da due- tre anni. Una volta era stato pure fermato mentre litigava con una lucciola, ma subito lasciato libero.
Di questo criminale si sapeva dove agiva, modi, tempistiche. Gli investigatori «possedevano» pure il suo Dna. Quello che lasciava sulle vittime. Prostitute attirate in trappola, aggredite, violentate e «crocefisse». Più di una scampata lo aveva denunciato, a volte a indagare erano i carabinieri, altre la polizia. C'erano i racconti delle donne, le descrizioni della sua faccia, degli occhi, dell'altezza, persino il colore del furgoncino sul quale viaggiava a caccia di prede. Nulla, finora le inchieste risultavano ferme al palo. Qualcuno ha provato almeno ad indagare prima che si accendessero le telecamere? In fondo- ed eccolo qua il velenoso dubbio che assilla- a essere brutalizzate, con tutto il rispetto, erano «semplici» donne da strada. Perdipiù lasciate vive. Almeno fino a domenica scorsa, quando la belva dall'aspetto innocuo, ha ucciso. C'è stato bisogno di questo, dell'orrore finale e della quasi morbosa attrazione mediatica per fare entrare in azione la task force. Ieri, nella sua Firenze, è arrivato pure l'ex sindaco, adesso premier, Renzi.
«Avete fatto un capolavoro, un bellissimo gesto prima del nostro arrivo», ha esordito rivolgendosi grato a prefetto e questore. Ancora una volta noi eccepiamo: hanno fatto semplicemente il proprio dovere. E purtroppo, come troppo spesso accade, in ritardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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