Prove tecniche di alleanza. La Sicilia è da qualche settimana il laboratorio di un nuovo asse: quello imprevedibile fra Pier Luigi Bersani e Beppe Grillo. Naturalmente quel che avviene a Palermo non può essere trasportato di peso a Roma, ma nell'isola, dopo lo tsunami delle Regionali che hanno catapultato i grillini al 15 per cento, è iniziata una forma di collaborazione strisciante fra il presidente Rosario Crocetta e il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giancarlo Cancelleri. Sorpresa: all'Ars, uno dei più antichi parlamenti al mondo, i grillini non fanno un'opposizione dura e pura, non votano sempre contro, non respingono con strepiti sdegnati le offerte vellutate della maggioranza. «Non ne vedo il motivo - spiega al Giornale Cancelleri, trentasettenne geometra di Caltanissetta che guida la pattuglia di 15 onorevoli - io voto i provvedimenti che arrivano dalla giunta se questi provvedimenti sono buoni. Insomma, se mi convincono». E via via Crocetta sta convincendo Cancelleri.
Da queste parti si sussurra che oggi dalle urne uscirà un risultato sorprendente: i grillini potrebbero schizzare a percentuali altissime, sbancando la Regione, dove sono in palio 25 senatori, e trasformandola nella locomotiva del Movimento 5 Stelle. Certo, la partita a tre, Pdl-Pd-5 Stelle, potrebbe risolversi all'ultimo voto in un testa a testa al cardiopalma. Ma intanto, Cancelleri flirta, sia pure a intermittenza, con Crocetta che a sua volta ha il profilo giusto per giocare una partita spregiudicata fuori dai vecchi schemi: ha un passato nella sinistra radicale, equamente diviso fra Verdi, Comunisti italiani e Rifondazione, ed è stato ingoiato come un boccone amaro dall'apparato del Pd che aveva in mente ben altre candidature. «In queste settimane - riassume Cancelleri - abbiamo discusso provvedimenti interessanti conto la contraffazione, sul turismo, per l'agricoltura a chilometro zero. Poi abbiamo votato il bilancio provvisorio». Il 5 Stelle è la grande stampella di Crocetta, partito con una maggioranza che non c'era, e lui ringrazia: «Con i grillini - racconta al Giornale - stiamo lavorando bene, senza pregiudizi, del resto abbiamo una parte dell'elettorato che è contigua. Noi facciamo la Rivoluzione e loro ci vengono dietro». Senza alcuna intesa formale, ci mancherebbe, ma la direzione è segnata.
«Questa - è l'analisi di Angelino Alfano, segretario del Pdl che proprio ieri ha votato ad Agrigento - è un'operazione che prefigura possibili scenari a livello nazionale. Bersani ha guardato a lungo alla sua destra, ora sembra voltarsi, costretto dai numeri dei sondaggi, dall'altra parte». A sinistra: «Grillo - prosegue Alfano - si presenta come un nemico della casta, come un avversario irriducibile della vecchia partitocrazia, senza distinzioni di colore, ma in realtà i suoi sono voti che si collocano a sinistra e sono utili alla sinistra». Per ora alla sinistra-sinistra di Crocetta, ma domani, chissà, alla sinistra un po' più sbiadita di Bersani.
L'appuntamento con le urne potrebbe segnare davvero uno spartiacque. «Qui - è il parere del presidente del Senato Renato Schifani, siciliano di Palermo - Grillo fa leva come nel resto d'Italia sull'insofferenza verso il ceto politico, ma trova terreno fertile anche nella crisi economica». Già alle regionali di ottobre il partito era il primo dell'isola, davanti a Pd e Pdl, inchiodati rispettivamente ad uno striminzito 13 e 12 per cento. Parallelamente va avanti la liaison fra Pd, sia pure a trazione Crocetta, e 5 Stelle. Un esempio lampante si è avuto quando Cancelleri ha fatto passare il Documento di programmazione finanziaria, ma in cambio Crocetta ha revocato i permessi per il sistema radar della base americana di Niscemi. Una mossa clamorosa che sicuramente avrà nei prossimi mesi contraccolpi di politica internazionale.
«Attenzione - riprende Schifani - alla rivoluzione delle chiacchiere e dei proclami è seguita nei fatti la paralisi di un'intera regione. Non credo che Crocetta possa andare lontano e abbia qualcosa da insegnare alla politica nazionale».
Si vedrà. Il Pdl, dopo le divisioni suicide delle regionali, ha recuperato due artisti della giravolta come Gianfranco Miccichè e Raffaele Lombardo, ma i loro bacini elettorali paiono svuotati e difficilmente potranno fare la differenza. Grillo, che in Sicilia ci è arrivato a nuoto, immagina Palermo come il punto di partenza per risalire lo stivale. Un po' come Garibaldi che pure con i suoi Mille era partito da Genova. Per ora il quadro è d'instabilità. «Qui in Regione - conclude Cancelleri - da quando ci siamo insediati a dicembre c'è stato un cambio di casacca ogni 5 giorni». Un record: tradimenti, defezioni, incontri sottobanco. Già oggi, forse, la Sicilia volterà pagina. Ma la marcia dei grillini, pragmatici più che mai, prosegue anche nella stanza dei bottoni. Poltrona dopo poltrona.
Con la benedizione di Crocetta hanno già ottenuto la vicepresidenza dell'Ars e la presidenza della Commissione ambiente. Non è poco per un movimento che finora ha lanciato contro il Palazzo un solo messaggio. «Arrendetevi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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