I certificati di malattia aumentano (+5%), i controlli diminuiscono (-3%). E i conti non tornano, se non per chi se ne approfitta. Tutti gli altri ci perdono: le imprese, l'Inps, i malati veri che spesso vengono assimilati ai furbetti del mal di testa.
Nel prossimo futuro potrebbe anche andare peggio, visto che da giovedì, con il Decreto semplificazioni entra in vigore l'equiparazione giuridica tra il certificato medico rilasciato in presenza e quello emesso da remoto tramite televisita, come ha ricordato ieri su Il Giornale l'ex presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, che si è augurato che l'Istituto possa acquisire non solo la titolarità dei controlli fiscali, come già avviene, ma anche la competenza del rilascio del certificato, con visita a domicilio, tramite i propri medici legali.
L'effetto della televisita prevista dal Decreto semplificazioni potrebbe non vedersi subito, poiché la norma, per la piena applicazione delle nuove misure, richiede decreti attuativi e accordi in Conferenza Stato-Regioni. Ma certamente la telemedicina, intesa nel modo più banale, rischia di acuire il problema. Non è difficile immaginare che con la televisita le maglie del rilascio del documento si allargheranno e quelle dei controlli non si stringeranno. In realtà il -3% che indica la diminuzione delle visite di accertamento è la media del pollo di Trilussa. I controlli sono aumentati nel settore pubblico, da sempre meno verificato, mentre nel settore privato sono diminuiti in un anno dell'11,4% con punte del 16,1% nel Centro Italia e del 14,4% nel Nord. E si arriva al -18,3% delle visite fiscali, per quelle avviate d'ufficio, a fronte di una richiesta datoriale di controllo che risulta aumentata del 4,4%.
All'Inps sono consapevoli delle lamentele delle aziende, che versano contributi all'Inps, per conto dei loro dipendenti, e che vorrebbero essere maggiormente tutelate per non veder crollare la produttività per colpa di una morbilità non accertata. L'Istituto accusa il colpo, ammette il problema, e individua nella difficoltà crescente di reperire medici libero professionisti per lo svolgimento di queste attività, la prima causa della rarefazione dei controlli.
«La preoccupazione è che questo progressivamente possa generare un aumento dell'assenteismo. In questo senso, è un interesse convergente nostro e del mondo delle imprese» aggiunge un dirigente dell'Istituto. La preoccupazione condivisa e la consapevolezza del problema hanno suggerito all'Ufficio Legislativo dell'Inps di studiare un emendamento alla legge vigente, da applicare al primo veicolo normativo utile, per affrontare almeno due delle questioni sul tappeto. La prima riguarda la carenza dei medici: la norma allo studio dell'Inps, per poter arruolare nuovi medici da mandare al fronte dei controlli, vorrebbe estendere anche agli specializzandi la titolarità dell'incarico, per effettuare un maggior numero di visite fiscali. La seconda questione riguarda la modalità dell'intervento di controllo.
Secondo la norma allo studio dell'Inps si proporrebbe di ridurre il controllo alla mera reperibilità, visto che la percentuale di riduzione delle prognosi è bassa e quindi le visite fiscali spesso si riducono a questo non banale controllo.