Se veramente Berlusconi vuole far rinascere il sogno infranto della rivoluzione liberale che sostanziò il miracoloso esordio nel 1994 e riesumare la speranza della stagione delle riforme venuta meno dopo la straordinaria vittoria nel 2008, si faccia promotore di un nuovo movimento che, coerentemente con quanto ha recentemente sostenuto, faccia propria l'immensa voglia di cambiamento degli italiani riscattando la nostra sovranità popolare, politica, monetaria, legislativa, giudiziaria e nazionale, che si traduce di fatto nel porre fine alla dittatura finanziaria di Monti e nell'offrire agli italiani un'alternativa all'opposizione demagogica di Grillo. Bene fa Berlusconi a opporsi a delle primarie che servirebbero solo per confermare Alfano alla guida del Pdl col mandato di favorire il Monti-bis alleandosi elettoralmente con Casini, Montezemolo, Fini e quella parte della Chiesa che ha venduto l'anima in cambio dell'esenzione dall'Imu del patrimonio immobiliare ecclesiale, recuperando dopo il voto Bersani che, come Crocetta, registrerà una vittoria di Pirro. Se trasferissimo il risultato delle elezioni regionali in Sicilia sul piano nazionale, l'esito sarebbe il Monti-bis. Il voto fa emergere un 70% di elettori che o non sono andati a votare per protesta (oltre il 52%) o hanno votato la protesta incarnata da Grillo (il 18%). Significa che 7 su 10 bocciano questa classe politica. Rispetto ai voti ottenuti nel 2008, il Pdl ha preso 654.152 voti in meno (pari a -72,6%), il Pd 248.648 voti in meno (pari a - 49,1%), l'Udc 129.281 voti in meno (pari a -38,4%), l'Mpa 193.372 voti in meno (pari a -51,4%), Sel 72.723 voti in meno (pari a -55,3%). Così come significa che gli elettori sono propensi a votare chi, in solitudine, ha il coraggio di promuovere un'alternativa alla partitocrazia e alla dittatura finanziaria, anche se di fatto Grillo e Monti sono complementari nel senso che la vittoria del primo, indebolendo i partiti, assicura il potere del secondo. La prospettiva del Monti-bis per cui è stato concepito Alfano come alternativa a Berlusconi, si tradurrà nello svuotamento della democrazia. Basta pensare che il futuro capo del governo e il futuro capo dell'opposizione, Monti e Grillo, non saranno eletti e non sono eleggibili, il primo perché senatore a vita e il secondo perché, come lui stesso si è qualificato, è «un delinquente» per i carichi giudiziari pendenti. Il voto in Sicilia significa che c'è una straordinaria opportunità di aggregare il consenso della stragrande maggioranza degli italiani delusi e disorientati. Ma l'implosione del Pdl dopo la vittoria senza precedenti del 2008 e la crisi che attraversa tutti i partiti, dalla Lega all'Idv, precipitati nel baratro degli scandali finanziari essendosi trasformati in una sorta di consorteria che monopolizza lo sfruttamento di un potere mercificato, ci rivela che è finita l'era del partito-contenitore, del partito-imbonitore, del partito-liquido, del leaderismo virtuale. Berlusconi è stato protagonista di questa concezione della politica bocciata dagli italiani e oggi ha l'ultima opportunità per riscattarsi. Ripartendo dai contenuti e dalle persone che credibilmente li possono incarnare. È quanto è stato sperimentato ieri a Pavia dove la Rete dei Patrioti, che aggrega amministratori del Pdl tra cui Vittorio Pesato, Elena Donazzan e Carlo Fidanza, si sono costruttivamente confrontati con chi promuove proposte alternative alla partitocrazia, a Monti e a Grillo, ascoltando Tremonti, Veneziani, Milani e il sottoscritto.
Berlusconi promuova la nascita di una nuova Italia mettendo al centro la persona anziché la moneta, il bene comune degli italiani anziché la follia suicida di ridurre l'indebitamento pubblico contraendo nuovo debito a esclusivo vantaggio delle banche. Stacchi la spina alla dittatura finanziaria di Monti e conquisterà la gratitudine e il consenso degli italiani.twitter@magdicristiano
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.