Il terzo portafoglio tipo è quello dell'investitore abbastanza ottimista nei prossimi 12 mesi e che opta per investimenti bilanciati tra azioni e obbligazioni. La metà a reddito fisso del giardinetto è impiegata, per il 20% in Btp 2018 e per il 30% in Btp 2023. L'altra metà, orientata sulle Borse, è impostata invece in un 20% in fondi (o Etf) azionari area euro, in un 10% in fondi (o Etf) azionari Usa e un 20% in fondi (o Etf) azionari dei Paesi emergenti.
Questa ripartizione del portafoglio risulterebbe esposta al 30% in titoli in valuta extraeuro e non troppo esposta all'andamento che l'euro avrà da qui a fine anno. Ipotizzando una diminuzione dei tassi di interesse italiani nei prossimi 12 mesi di mezzo punto percentuale, la componente in Btp darebbe un rendimento del 3,6%, due punti percentuali dei quali frutto delle cedole, e il restante 1,6% derivante dal rialzo delle quotazioni dei titoli. L'altro 50% investito in fondi azionari, dovrebbe riuscire a garantire un 3,50% lordo che, sommato al rendimento dei Btp, porterebbe la performance totale nei prossimi 12 mesi al 7,1% lordo. In uno scenario particolarmente ottimistico, e cioè con l'economia in ripresa nella seconda parte dell'anno determinando un incremento dei profitti aziendali superiori alle aspettative, si potrebbe arrivare anche a spuntare un 10% di rendimento. Ma quali sono i rischi? Gli attuali livelli degli indici azionari si trovano vicini ai massimi degli ultimi 4 anni e, inoltre, hanno già messo a segno dei cospicui rialzi da inizio anno: l'S&P 500, per esempio, segna un +6%.
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