L'ipocrisia dei 3 cent contro le bollicine

di Franco Battaglia

Dilettanti allo sbaraglio, ma tutti li chiamano tecnici. Soprattutto essi stessi si chiamano tecnici. Prendete il ministro alla Salute (e dicasi sa-lu-te). Con la sicumera (e il cipiglio) del tecnico (quale non dubito egli sia), dopo aver ponzato 9 mesi, finalmente di tanto ponzare presenterà il prodotto ai colleghi ministri: «disposizioni urgenti (diconsi ur-gen-ti) per promuovere lo sviluppo del Paese (dicasi svi-lup-po) e un più alto livello di tutela della salute». Dicasi tu-tela e, per l'ultima volta, dicasi sa-lu-te.
Vorrei tanto essere presente al consiglio dei ministri, giusto per vedere le facce degli altri quando il loro collega dovrà spiegare il nesso tra videopoker e salute. O forse c'è, come inequivocabilmente dimostra il fatto che io non sono solito influenzarmi d'inverno: circostanza che, da non-tecnico, avevo erroneamente attribuito alla pratica di vaccinarmi anziché al fatto di non giocare neanche a rubamazzetto. Figuriamoci a poker e men che meno la sua versione video. I videopoker non so neanche come son fatti, però se volessi assicurarmi che mio figlio non li frequenti li piazzerei tutti sotto casa.
Mi rimane però la voglia di godermi le facce dei ministri mentre quello alla salute spiega loro il perché e il percome della necessità che stiano lontani da ospedali e chiese. Necessità in generale, e per la salute in particolare. Oltre che, naturalmente, urgenza. Mi piace figurarmi che quand'era piccolo il ministro sgattaiolò fuori dall'ospedale ove era ricoverato per una ingessatura, si imbucò in una sala da gioco e perse tutte le monetine dei propri risparmi imbucandole in qualche infernale macchinetta; e se non era ospedale sarà stato oratorio. E dico di provare piacere perché non riesco a farmi altra ragione del perché un ministro alla salute, per di più sedicente tecnico, anziché, che so, tanto per dirne una, occuparsi del fatto che i casi di morbillo in Italia erano nel 2010 decuplicati rispetto a quelli del 2009, si occupi di videopoker. O di bibite gasate ed edulcorate.
Sulle quali, egli afferma, sarebbe «urgente» (perché «salutare») imporre una tassa. Sull'urgenza fatemi stendere il solito pietoso velo, ma sulla salute fatemi capire. Da cosa si tutelerebbe la salute? Dal gas? No, perché l'acqua frizzante sta fuori dall'urgente disposizione. Dalle calorie degli zuccheri? Neanche, perché latte e succhi di frutta stanno fuori dall'urgente disposizione. Dalla combinazione gas+calorie? Neanche, perché birra, lambrusco, spumante e champagne non fanno invidia ad alcuna cola né quanto a gas né quanto a calorie (per via dell'alcol, ottenuto dalla fermentazione degli zuccheri), e stanno fuori dall'urgente disposizione. A fronte di cotanta tecnica non si può non rimanere a bocca aperta per l'ammirazione. A chi - desideroso di essere illuminato da un anche flebile raggio di quella misteriosissima tecnica - gli ha chiesto spiegazioni, il ministro sedicente tecnico ha così risposto (testuale): «Dopotutto, sono solo 3 centesimi a bottiglietta».
Ammettiamolo, noi che siamo stati pregiudizialmente critici fin dall'inizio: solo a un tecnico poteva venire cotanto colpo di genio, e cioè che per «promuovere con urgenza lo sviluppo del Paese e un alto livello di tutela della salute» servivano 3 centesimi a bottiglietta. Muoio dalla voglia di vedere le facce degli altri sedicenti tecnici.

Batteranno ciglio? Inarcheranno il sopracciglio? Diromperanno in una fragorosa risata? O in un più probabile, altrettanto fragoroso, pianto? In ogni caso: continueranno a guardarsi allo specchio? Si accettano scommesse: 3 centesimi di tassa, in nome di urgenti sviluppo del Paese e tutela della salute.

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