Che dietro ai pro Pal e chi sostiene Francesca Albanese ci siano le frange estreme della sinistra è ormai cosa nota. Ma stavolta il sostegno è proprio palese, dal momento che la Federazione Toscana del Partito dei CARC - gli stessi che si rifanno alla rivoluzione marxista-leninista che ispirarono le Brigate Rosse - aderisce pubblicamente al presidio di oggi a Firenze contro la decisione di non concedere la cittadinanza onoraria alla relatrice speciale Onu.
Nel comunicato - in cui si chiede tra le altre cose di conferire una "cittadinanza popolare" alla stessa Albanese - si incita alla rivolta popolare, a continuare a usare "parole d'ordine avanzate" chiedendo di bloccare tutto, a passare "dalla difesa all’attacco", a cacciare "l'amministrazione Funaro e Marco Carrai, entrambi afferenti al “giglio magico” di Matteo Renzi, così come il presidente della Regione Eugenio Giani". "La lotta in solidarietà alla Palestina passa dalla liberazione di Firenze dal sionismo e dall’instaurazione un’Amministrazione Locale di Emergenza".
Parole violente, in barba a ogni principio democratico secondo cui chi vince le elezioni governa, insomma.
Del resto i Carc non sono nuovi a iniziative del genere. Come dimenticare infatti quando, nell'agosto del 2024, un sedicente (nuovo) Partito Comunista Italiano pubblicò online un volantino in cui elencavano quelli che chiamavano "agenti sionisti". Di fatto una "lista di proscrizione" in cui infilare chiunque abbia pubblicamente sostenuto Israele e per questo additato come nemico da denunciare. Chiunque - compresi diversi giornalisti del Giornale, da Fiamma Nierenstein a Francesco Giubilei, da Vittorio Feltri a Nicola Porro, da Alessandro Sallusti a Augusto Minzolini - comparisse nell'elenco diventò quindi bersaglio contro cui scagliarsi.
Bene, pochi mesi dopo, nel novembre 2024, proprio i Carc difesero quello che definiscono "strumento che rafforza la lotta di classe", sostenendo che da parte dei media - Giornale in primis - era partito un linciaggio nei confronti del (n)Pci. E in una lunga analisi avevano spiegato come "dare un volto al nemico" non sia un pericoloso metodo eversivo che può condurre a violenza, ma un "contributo importante, chiarificatore ed educativo rispetto alla tendenza a concepire il nemico in modo astratto e fumoso".
Un altro post, stavolta del settembre 2024, fa capire come il supporto alla Albanese si inserisce nel piano dei Carc. Il titolo è chiaro: "Il governo Meloni e le sue politiche criminali devono diventare un problema di ordine pubblico", recita. E ancora: "Il disordine è il primo passo per instaurare un ordine sociale giusto". In particolare, per gli estremisti "è necessario rendere ingovernabile il paese" con "attività e iniziative di lotta sinergiche e concatenate tali da paralizzare il paese e rendere inefficace le contromisure".
Cioè con scioperi, presidi e cortei con l'intento di creare caos e scompiglio, dal momento che si invita a "iniziative che o sono già considerate illegali o lo saranno a breve". Tanto più che si contesta il modo di manifestare della "sinistra borghese", rea di protestare troppo pacificamente.