L'Italia dell'onore in piazza per i marò Marino e la sinistra sono rimasti a casa

Di fronte al duplice sequestro di persona Monti, Letta e ora Renzi si sono dimostrati incompetenti, inetti e addirittura vigliacchi

L'Italia dell'onore in piazza per i marò Marino e la sinistra sono rimasti a casa

Migliaia di cittadini ieri a Roma hanno sfilato in onore dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, prigionieri in India da più di due anni. Un duplice sequestro di persona di fronte al quale i governi italiani (Monti, Letta e ora Renzi) si sono dimostrati incompetenti, inetti e addirittura vigliacchi.
La credibilità di un Paese non la si misura solo in spread, Pil e tasso di corruzione. C'è anche l'onore, termine desueto che indica la capacità morale di essere uomini e comunità e se il caso di pagarne il prezzo. C'è gente che per «onor di Patria» ha donato la vita, e grazie a loro oggi siamo nazione. Ai due marò avevamo chiesto di rischiare la vita per difendere le nostre navi - pezzo di suolo italiano - dal terrorismo piratesco. Arrestati con l'inganno da un Paese straniero con ancora addosso la divisa e le stellette sono stati trattenuti violando tutte le convenzioni internazionali. Noi non abbiamo la capacità militare di riportarli a casa con la forza, ma se avessimo almeno l'onore non ci limiteremmo a piagnucolare a destra e a manca come abbiamo fatto in tutto questo tempo. Se Renzi avesse le palle dovrebbe sfidare il mondo: nessun semestre europeo a guida italiana se prima i marò non tornano a casa.

Invece il premier fa il duro (sai che coraggio) con Corradino Mineo e scappa sui marò. Come il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha sfilato al gay pride ma ieri, al marò pride, non si è visto. Onore a chi ieri era in piazza, c'era più Italia lì che in qualsiasi palazzo della politica.

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