Roma - Immaginate di avere una donna di servizio che pagate 7,50 euro l'ora e che viene una volta a settimana per due ore: non pulizie a fondo, ma meglio di niente. Ebbene, la politica vi costa la stessa cifra e nemmeno vi spiccia casa. Il calcolo lo ha fatto il centro studi della Uil nel terzo rapporto «I costi della politica». Ogni contribuente paga 757 euro all'anno per i servizi (?) della Politica Spa, un'azienda che ha 1,1 milioni di dipendenti (il 5 per cento totale degli occupati), i cui servizi non ha richiesto e i cui costi non può nemmeno contrattare. Si sa che i troppi zeri rendono tutto un po' irreale: per questo abbiamo preferito partire da una metafora terra terra. Perché le cifre assolute fanno impressione: la Politica Spa ci costa, con tutto il suo indotto, 23,2 miliardi di euro, l'1,5 per cento del Pil. Alla fine del 2013 si saranno spesi 6,1 miliardi per il funzionamento degli organi istituzionali, 2,2 miliardi per le consulenze, 2,6 per il funzionamento degli organi delle società partecipate e 5,2 miliardi per auto blu, il personale di fiducia, la direzione delle Asl e altre cosucce. Ma il conto più salato è quello che arriva dalla sovrabbondanza del sistema istituzionale: 7,1 miliardi. Una voce, quest'ultima, sconcertante, che deriva in realtà da mancati risparmi. Pensate: se si accorpassero gli oltre 7.400 Comuni al di sotto dei 15mila abitanti, lo Stato accantonerebbe di botto 3,1 miliardi. Se le Province si occupassero solo delle competenze a loro proprie, altro risparmio di 1,2 miliardi. E anche le Regioni potrebbero, con più sobrietà, costarci 1,5 miliardi in meno.
Gli organi centrali costano 3 miliardi l'anno: 1,8 miliardi i pezzi grossi come presidenza della Repubblica (228 milioni), Camera dei deputati (943 milioni), Senato (505 milioni) e Corte Costituzionale (52,7 milioni). Da aggiungere ci sono i 91,4 milioni dei rimborsi elettorali. La presidenza del Consiglio costa 458,6 milioni, mentre l'indirizzo politico dei ministeri 201,7. Altri 501 milioni se ne vanno per Corte dei Conti, Consiglio di Stato, Cnel, Csm, Consiglio giustizia amministrativa della Regione Sicilia. Tutte voci per la verità in calo (-4 per cento il dato generale) ma altre sforbiciate sarebbero opportune. E gli enti locali? Costano 3,1 miliardi, con un calo del 5,1 per cento rispetto al 2012. I più «cari» sono i Comuni (1,7 miliardi), mentre le Regioni ci presentano una bolletta di un miliardo tondo e le Province sempre sul punto di essere sbianchettate ci costano 409 milioni. Tra le voci della politica che più irritano i cittadini ci sono in genere le consulenze, considerate particolarmente odiose perché remunerano professionalità esterne alla pubblica amministrazione facendo sorgere il seguente dubbio: ma non bastano quelli già a busta paga? Non farà piacere a chi la pensa così sapere quindi che ogni contribuente caccia di tasca sua 72 euro all'anno per pagare consulenti: il totale di 2,2 miliardi è suddiviso tra incarichi presso la pubblica amministrazione (1,3 miliardi), consulenze svolte da dipendenti pubblici (350 milioni) e incarichi conferiti da società pubbliche (580). Altra spesa non certo gradita quella per la mobilità dei politici, che secondo una stima che la stessa Uil definisce «molto prudente», ammonta a 2 miliardi. Una cifra plausibile se è vero che il Formez stima che fino a novembre per le sole auto blu si era speso un miliardo, senza considerare noleggi, taxi, auto di sicurezza e auto ad personam. Una voce questa che, contrariamente ad altre esaminate in precedenza, siamo certi si potrebbe abbattere facilmente.
Più difficile invece tagliare davvero sul personale di nomina politica (direttori, funzionari, dirigenti) che grava sul nostro bilancio per 2,8 miliardi. Mentre è 390 milioni il costo del funzionamento delle 222 Asl e 45 quello per la macchina di Aler e Ater. Cari amministratori, finora avere usato le forbicine per le unghie. Per favore, trovate i tronchesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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