Le litiganti Fornero-Camusso Nove mesi di rissa continua

Dall'occupazione alle pensioni: ogni occasione è buona per sfidarsi. Tutto cominciò con le lacrime alla Camera della ministra. Che per lady Cgil erano di "coccodrillo"

Opposte e forse speculari, entrambe toste, entrambe nordiche (una Torino, l'altra Milano), divise da 7 anni di età e una o più galassie di appartenenza. La ministra che viene dai consigli di sorveglianza delle banche e dai consigli di facoltà, la sindacalista ringhiosa che si è fatta strada, unica ragazza o quasi, nella Fiom degli scioperi duri e maschi. Opposte e speculari, entrambe donne di carattere (o caratteraccio?), quando si sfiorano sono scintille. Quelli di Ridley Scott erano Duellanti, loro sarebbero le Litiganti. Il tono delle polemiche si direbbe quello tra la Padrona dell'azienda e la Capa del sindacato interno, il (o la) Cumenda che entra presto ed esce tardi dalla fabbrichetta e la rappresentante dei dipendenti, irremovibile sul minuto e mezzo in più di pausa pranzo. Praticamente impossibile che le Litiganti possano intendersi: una è l'anti-Camusso fatta e finita, l'altra l'anti-Fornero perfetta. Difficile dire chi delle due risulti meno antipatica o un po' malleabile, anche se, tra le due, l'unica che ha pianto in pubblico finora è la Fornero (difficile immaginare una Camusso piangente). «Lacrime di coccodrillo» disse subito, a lacrima ancora calda, la segretaria della Cgil. Fu l'inizio di un incontro di wrestling che prosegue a oltranza. Lavoro, bamboccioni, flessibilità, disoccupati, pensioni. L'ultimo round è sull'attitudine dei piemontesi a sgobbare. Basta rievocare una vecchia battuta (improvvida per un ministro del Lavoro, ma la Fornero ci ha abituato), «sono piemontese e sono abituata a lavorare», e arriva il destro della Camusso punta sul vivo con la citazione della Duellante: «Sono affermazioni assolutamente demenziali, come se a Torino si lavorasse di più che a Bologna o a Milano».
La Fornero è per la Camusso quel che Berlusconi era per gli antiberlusconiani: un nemico, ma anche un'occasione di autoaffermazione. Dove lo trovi un ministro che offre così tanti assist al segretario Cgil per dar mostra di sé? E la Camusso non se ne perde uno, caricando a testa bassa. Subito dopo il varo della riforma del lavoro, la sindacalista esplicita il concetto che ha di Elsa Fornero: un robot senza cuore. Dice la Camusso: «Il ministro ha una passione per i licenziamenti che dimostra la sua non sensibilità agli straordinari problemi della crisi». Risponde poco dopo l'altra Duellante, con chiosa britannica per rimarcare la differenza di status sociale e di studi: «Non mi sembra di dover commentare una frase che si commenta da sola, honestly». Bianco e nero, poli opposti. Se la riforma del lavoro «penalizza le donne» (versione Camusso), nella versione Fornero significa solo che «gli uomini dovranno fare di più in famiglia». A volte si incrociano anche fisicamente, com'è successo a Ginevra, per la Conferenza del lavoro. A pochi metri di distanza si sono sfidate, un'altra volta, con la Camusso che dice «è intollerabile la reazione del ministro» al caso esodati, e il ministro che replica con ira trattenuta ai cronisti che le chiedono il contrattacco: «Non devo necessariamente copiare i comportamenti altrui. Mi sembra buona regola parlare all'estero di cose che riguardano l'economia internazionale e parlare in Italia di cose prevalentemente italiane». Come dire che cattiva educazione la Camusso, honestly.
L'apice dello scontro si è avuto sugli esodati. Quando la Fornero cercò una soluzione, avvertendo che però non ci sarebbero state «risorse per tutti», la Camusso rivide l'ombra del robot che «disprezza le persone». Se non ci si può rispondere, si usa la mimica per dissentire, come fa la segretaria Cgil in una clip di Skytg24 quando, ospite del convegno Women in Diplomacy alla Farnersina, si contorce in mille smorfie mentre parla la Fornero, sua duellante, in collegamento telefonico.
Il magnetismo del duello le ha fatte procedere in parallelo anche sulle gaffe. Poche ore dopo la «paccata di miliardi» uscita di bocca alla Fornero, con conseguente strascico polemico, la Camusso è riuscita a scatenare mezzo Pd per una frecciata televisiva a Walter Veltroni («aveva detto che andava in Africa...»). «La battuta astiosa di #Camusso: una vera #paccata» scrisse su twitter Gentiloni. Una specie di par condicio delle Duellanti.
Altro round quando la sindacalista dice che la riforma del lavoro è una «bandierina ideologica» piazzata dalla Fornero, che subito risponde alla Duellante: «La Camusso faccia come crede. Questa è una democrazia».

A febbraio si erano incontrati per un faccia a faccia al ministero. Si seppe poco, solo la durata: più di tre ore. E che la Fornero uscì dall'incontro con questa frase, più goffa della paccata di miliardi: «La Camusso? Non la considero affatto una mia avversaria».

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