Politica

L'opposizione espiatoria

Logica vuole che in un regime parlamentare sano la maggioranza faccia cose e l'opposizione critichi inascoltata. La situazione italiana è talmente anomala che sta avvenendo l'inverso

Logica vuole che in un regime parlamentare sano la maggioranza faccia cose e l'opposizione critichi inascoltata. La situazione italiana è talmente anomala che sta avvenendo l'inverso. A essere «contro» è chi sta in maggioranza. Contro i cittadini, tartassati e imbrogliati, ma anche contro l'opposizione. Non c'è giorno che passi che qualche autorevole membro del governo, spesso il premier in persona, non usi parole durissime nei confronti della minoranza. Grillo è diventato una ossessione, alla pari ormai di Berlusconi. Letta e soci, invece di spiegarci che cosa vogliono fare (evidentemente non lo sanno neppure loro), passano il tempo a cercare di convincere l'opinione pubblica di quanto siano pericolose le parole del comico genovese: populista, golpista e qualunquista sono gli aggettivi più carini. Per non parlare di Berlusconi. Dopo un breve periodo di silenzio seguito alla sua decadenza, il Cavaliere è tornato al centro dei pensieri e dei discorsi. Da Napolitano e Letta è tutto un esorcizzare il suo possibile ritorno da leader di una forza vincente. Sono tutti questi sintomi di una estrema debolezza, direi di paura. Si sentono forti solo al chiuso di palazzi blindati da una maggioranza parlamentare nata da un clamoroso tradimento organizzato a tavolino. Ma sanno che fuori, nel Paese reale, la musica, e soprattutto i numeri, sono ben diversi. E che prima o poi (a maggio con le elezioni europee, quanto prima con quelle politiche) la verità verrà a galla senza possibilità di poterla truccare.
Da quando in qua se le cose vanno male è colpa dell'opposizione? Se davvero si sentono così forti e bravi, che hanno da temere dalle parole delle opposizioni? Se Grillo è solo un comico e Berlusconi un comune detenuto, dove sta il problema? La verità è che il problema c'è, eccome. Anche Monti quando prese atto del suo fallimento iniziò a parlare (male) solo dei suoi rivali. Il che, come noto, non lo salvò dalla disfatta. Invece che di Grillo e Berlusconi, cari Letta e Napolitano, parlateci un po' della nuova tassa sulla pausa caffè, della cresta di Stato sulle transazioni immobiliari private, del tentativo (fallito) di arricchire affittapalazzi amici e giocatori d'azzardo compiacenti.

Sarebbe un po' qualunquista, ma assai più interessante.

 

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