«Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, di doman non c'è certezza». No, non l'ha scritta lui, LoRenzi il Magnifico, ma non vede l'ora di poterla spacciare come un falso d'autore o, ancora meglio, come l'ottimismo rinascimentale di un suo magnifico antenato.
L'ultima tentazione di Matteo è proprio questa. Renzi come l'ultimo dei Medici. Renzi che incarna lo spirito di Firenze. Renzi che immagina Oscar Farinetti come Pico della Mirandola, Cattelan come Michelangelo e Baricco almeno come Marsilio Ficino. Renzi senza neppure un Savonarola a contrastarlo (ma Grillo si candida per il ruolo).
Adesso. LoRenzi de' Medici non ha ancora firmato la lettera di autoadozione. Per ora si limita a buttare qui e là un po' di paragoni. Non è neppure sbagliata l'idea di puntare sulla cultura come capitale di un rinascimento economico e sociale. È che come al solito, lui, il prossimo Magnifico, esagera in retorica, un modo gentile per dire che le spara grosse.
La sua fortuna è che di solito le sue smargiassate per un po' funzionano. Parla a Montecitorio e racconta l'Europa e l'Italia che sogna. Dice che il fiorino mediceo è come l'euro o il dollaro. «Se a Firenze i banchieri finanziavano le grandi opere d'arte e l'educazione dei giovani per redimersi, rispetto alla finanza di oggi non basterebbero tutti i musei d'arte moderna...».
Chissà a questo punto se anche Lorenzo prometteva riforme ogni trenta secondi. Cose del tipo: in trenta giorni facciamo tutto. Tutto che? Tutto. Fisco, riforme istituzionali, sblocca Italia, diritti, agricoltura, pubblica amministrazione, welfare. Trenta giorni? Vabbè, si fa per dire. Facciamo qualche mese. Quando? Diciamo entro l'estate. Questa? Oddio, questa, magari l'altra. Quest'anno ci sono i mondiali. La prossima. Estate 2015 ed è tutto fatto. Insomma, dopo l'Expo. Alla fine si è perso il conto.
A LoRenzi il magnifico per fortuna piacciono i numeri tondi. È così che ieri ha detto che l'Italia va in Europa con la strada segnata. Mesdames & messieurs, direttamente dal semestre italiano alla Ue, ecco a voi «Mille giorni di te e di me». Ah no, questo è Baglioni. Ecco a voi un pacchetto di riforme, tutto completo, in soli mille giorni. Donne, è arrivato l'arrotino. Il tono più o meno è questo. O se volete il venditore di Almanacchi, quello di Leopardi.
Calendario alla mano ecco le date delle riforme: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017.Mille giorni. Mille e non più mille. Ma quanti sono mille giorni? Tre anni. Magnifico. Chi vuol esser lieto, sia, di doman non c'è certezza.
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