Da quando sono giunte in Italia e in Europa, una ventina di anni fa, le zanzare «esotiche», in grado di pungere durante l'intera giornata (e non solo all'imbrunire come quelle «tradizionali»), è divenuta una sorta di ragione di vita individuare lo stratagemma ideale per cercare di tenerle lontane. Ai vari zampironi si affiancano, infatti, cedronelle, vasi di gerani, braccialetti antizanzara, prodotti chimici, e chi più ne ha, più ne metta. Eppure si trascura il fatto che, il primo passo da fare per cercare di contrastare la loro azione fastidiosa, non contempla ritrovati particolari dell'industria, bensì gli alimenti di cui ci nutriamo e le bevande che consumiamo. «Solo una persona su dieci, del resto, è particolarmente suscettibile all'azione delle zanzare», rivela Jerry Butler, dell'Università della Florida.
In base a ciò che ingeriamo, infatti, i ditteri trovano più o meno gradevole il nostro sangue. Un esempio. Gli alimenti caratterizzati da alte concentrazioni di vitamine del gruppo B (B1 e B6) e vitamina C hanno il potere di alterare la «qualità» del sudore, rendendoci «inappetibili» alle zanzare. Lo stesso accade con l'aglio o pietanze particolarmente ricche di spezie. In Messico sono convinti che chi si nutre abbondantemente di peperoncino piccante è praticamente immune dalle punture dei culicidi. È una credenza (che la scienza non smentisce) che risale all'epoca dei Maya, anche se ancora nessuno è in grado di stimare la quantità di cibo che andrebbe assunto per poter trascorrere serenamente una sera d'estate sulle rive del lago o del fiume preferito.
Di contro ci sono prodotti che attirano le zanzare, come la birra. Più studi hanno infatti messo in luce che chi beve molte «medie», si difende con più difficoltà dalla punture di zanzare. «Sappiamo per certo che esiste una relazione fra le punture di zanzare e l'abitudine di bere molta birra», spiega Leslie Vosshall, ricercatrice americana della Rockfeller University di New York, «tuttavia non sappiamo bene perché ciò accada». La nuova tesi trova conferma in uno studio del Centro di Ricerca IRD di Montpellier, con il coinvolgimento di 25 volontari (invitati a bere un litro di birra) e 2.500 zanzare appartenenti alla specie Anopheles gambie. Gli esperti hanno capito che le zanzare non solo sono attratte dal sudore alterato dei bevitori, ma hanno anche imparato ad associare lo stato di ebbrezza a una maggiore vulnerabilità dell'uomo da punzecchiare. A loro modo sono tutt'altro che stupide, essendo in grado di muoversi abilmente verso la preda preferita anche in piena notte e giungendo da cinquanta metri di distanza, zigzagando, magari, fra altri mammiferi potenzialmente attaccabili.
Al di là di ciò che mangiamo e beviamo, gli scienziati hanno scoperto che c'è un altro parametro che le zanzare osservano prima di colpire: il sistema immunitario. Vosshall ha chiarito che le zanzare amano il «sangue cattivo» (altrochè quello dolce che, peraltro, dal punto di vista scientifico non significa nulla), quello cioè tipico di una persona con un sistema immunitario meno efficiente contro il potere anticoagulante del siero iniettato dagli insetti. Gli studiosi di New York hanno indirizzato sciami di zanzare contro alcuni volontari, evidenziando che i ditteri pungono un po' tutti, prediligendo, però, coloro che erano caratterizzati da questa «firma» ematica. E sempre a proposito di sangue, si è visto che anche il gruppo sanguigno influenza la possibilità di essere presi o meno di mira dalle zanzare.
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