"Propensione di voto bassissima". L'analisi choc sulle europee: si rischia il minimo storico

Secondo una ricerca di Vis Factor gli italiani sono letteralmente spaccati in due sull'Unione Europea e in pochi pensano di andare a votare (52%)

"Propensione di voto bassissima". L'analisi choc sulle europee: si rischia il minimo storico
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L'Europa continua a dividere in due gli italiani. Il 51% ha una visione negativa delle istituzioni europee, mentre il 49% continua a essere tendenzialmente ottimista.

È quanto emerge da un'analisi realizzata a tre mesi dalle elezioni europee da Vis Factor attraverso lo Human Index, il nuovo indicatore che prende in considerazione sia i dati raccolti tramite i sondaggi quantitativi della Emg di Fabrizio Masia e quelli tramite web e social listening. Il nuovo indicatore evidenzia come il sentiment nei confronti dell’Unione Europea spacchi letteralmente in due lo stivale italiano. Da un lato le regioni del Nord esprimono un giudizio molto positivo (59% al Nord Est e a 54% al Nord Ovest), mentre al Sud (62%) e nelle Isole (57%) prevale un sentiment negativo, sebbene proprio queste Regioni siano quelle che beneficino maggiormente dei fondi europei. Nelle Regioni del Centro Italia, invece, il sentiment è positivo per il 52% degli intervistati. Allo stato attuale, dunque, le elezioni Europee non sono al centro dei pensieri degli italiani e solo il 52% sembra intenzionato ad andare a votare, una cifra che rappresenterebbe il minimo storico per l'Italia visto e considerato che cinque anni fa votò appena il 56%. “L’Italia negli ultimi vent’anni è stato il Paese europeo in cui si è registrato il calo più forte della partecipazione al voto”, spiega Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor. “Se il dato che emerge dall’analisi di Human Index venisse confermato, rappresenterebbe la riprova del fatto che è arrivato il momento che l’Italia si doti di un nuovo sistema di voto al passo con i tempi”.

Le Europee avranno soprattutto un risvolto sulla politica italiana perché, fatta eccezione per le tematiche legate alla transizione ecologica ed energetica, il problema più sentito è quello legato alla sanità che interessa al 41% degli intervistati. Il dem Marco Furfaro, rispondendo a una domanda de ilGiornale.it, ha posto l'accento proprio sull'ambiente, sul lavoro e sulla sanità quali temi principali su cui impostare la campagna elettorale. Anche secondo il meloniano Giovanni Donzelli i temi nazionali prevarranno su quelli europei. Entrambi hanno ribadito la necessità che l'Europa cambi, però, mentre Furfaro ha attaccato il sovranismo e ha ribadito che "l'Europa è stata usata come capro espiatorio", Donzelli ha ribadito la necessità che l'Italia vada a Bruxelles a difendere gli interessi nazionali.

Ricerca sull'Unione Europea di Vis Factor

“Per noi il risultato minimo alle prossime elezioni europee è rappresentato dai voti che abbiamo preso alle ultime politiche (26%)”, ha aggiunto Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia. E ha aggiunto: “Se stando al Governo, con tutto quello che viene scritto e viene detto contro di noi, riuscissimo a confermare i voti che abbiamo preso alle ultime politiche, per noi sarebbe un successo”. Per Donzelli, dunque, non c'è dubbio: “Se gli italiani ci dovessero dare la stessa fiducia vorrebbe dire che stiamo governando molto bene. Se, invece, dovessimo perdere anche solo lo 0,1% dei voti, vorrà dire che dovremo lavorare per recuperarli".

Furfaro, invece, ha indicato come "minimo sindacale" un qualunque risultato migliore di quello delle ultime Politiche (19%) e ha aggiunto: “Per un partito che era dato quasi per spacciato e che resta un partito di opposizione, la sfida è quella di diventare il primo partito in Italia”. E ha concluso: “Non so se ce le faremo già alle prossime Europee, ma comunque ci stiamo lavorando”.

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