di Francesco Forte
II decreto del governo Monti sui debiti pregressi delle Pubbliche amministrazioni è un altro imbroglio, che scarica sul futuro i problemi che non sa risolvere. Nell'imbroglio, c'è anche un trucco. Infatti ufficialmente il decreto riguarda 40 miliardi di debiti in questione ma quelli di natura commerciale verso le imprese che esso realmente considera sono 33,5. Gli altri 6,5 sono debiti per rimborsi Iva che il fisco stava comunque pagando, non debiti per forniture. Tolto il trucco, ecco l'imbroglio di fondo. Sui 33,5 miliardi di debiti il governo Monti ne sblocca solo 7,5. Gli altri 26 vanno a carico del governo che verrà. La montagna che partorisce il topolino si ferma a 7,5 miliardi. Se Monti ne sbloccasse di più supererebbe il limite del 3% del deficit sul Pil, che Bruxelles gli pone come invalicabile. Per i 26 miliardi di debiti del passato da liquidare a carico del governo che verrà il decreto si limita a istituire un Fondo sul bilancio statale, che sarà attivato in futuro. Dovrà esser finanziato con cartelle di debito trentennale dello Stato, a favore di Regioni ed enti locali, che si impegneranno a ripagarle entro trenta anni, con rate annuali variabili per interessi e ammortamenti. In teoria con questo Fondo il prossimo governo entro il 2013 dovrebbe erogare 2 miliardi agli enti locali e altri 8 alle Regioni (di cui 5 per la Sanità): in totale 10 miliardi, pari allo 0,6 del Pil. Si arriverebbe al deficit 3,6% del Pil, un livello incompatibile col divieto di superare il 3%. Un problema per il governo che verrà. Monti se la cava sostenendo che lui non ha colpa per i debiti del passato e aggiunge che è una vergogna attaccarlo perché non avrebbe risolto un problema creato dai precedenti governi. Ma questi debiti li hanno creati (e celati) Regioni ed enti locali. E una colpa lui ce la ha. Secondo il Trattato Ue i deficit del passato pagati adesso non fanno parte del bilancio dell'anno corrente. In realtà Bruxelles ci contabilizza i debiti pregressi nel bilancio dell'anno in cui sono liquidati, in base al cavillo che essi diventano certi ed esigibili ora. Bruxelles però non ha voluto riconoscere a Monti ciò che era stato dichiarato dal vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani («I debiti pregressi sono fuori dalla regola del 3%») perché di Monti non si fida più. Invero, se Monti non ha colpa dei debiti passati, ha però la colpa di aver agito (e di continuare ad agire) con gli enti locali come una specie di Babbo Natale di serie B, che regala loro il poco che può.
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