L'Ue sbugiarda il Prof: «Ha impoverito il Paese Imu? Una tassa iniqua»

L'Ue sbugiarda il Prof: «Ha impoverito il Paese Imu? Una tassa iniqua»

Ce l'avevano presentata come un'imposta europea. Con tanto di deduzione che alcuni (non a caso i partiti che ora sostengono la candidatura di Mario Monti) salutarono addirittura la prima introduzione del «quoziente familiare» in Italia. Ieri invece si è scoperto che all'Europa l'Imu non piace poi così tanto e che, nonostante assomigli molto a quella patrimoniale che la sinistra vuole introdurre per favorire le fasce più deboli della popolazione, è una tassa ingiusta perché non progressiva.
La riforma che ha introdotto l'Imu, si legge nel rapporto Occupazione e Sviluppo sociale della Commissione europea, «include alcuni aspetti di equità (la deduzione di 200 euro per la prima casa e altre deduzioni per figli a carico e differenze tra la tassazione della prima casa e delle altre)». Ma altri aspetti potrebbero essere incrementati «per aumentare la progressività». Il riferimento è all'aggiornamento delle rendite catastali, deduzioni non basate sul reddito e distinzioni tra abitazione principale e secondaria.
Il rapporto fa, in generale, il punto sugli effetti sociali delle tasse sulla proprietà. Non è contrario in linea di principio. Anzi, osserva in più punti come spostare la pressione fiscale dai patrimoni al lavoro possa avere effetti positivi. Ma quando si tratta dell'Italia, osserva come, questo tipo di tasse «faccia incrementare leggermente la povertà». Valutazione fatta su dati precedenti all'Imu, nel 2006, ma che non può che uscire aggravata dall'introduzione della nuova imposta.
Il premier Mario Monti ha difeso la riforma sostenendo che «l'Unione europea ha preso atto che l'Italia ha fatto quello che la stessa Ue ci aveva raccomandato di fare» per l'imposizione sui beni immobili e ha spiegato che ci sono «degli aspetti che potrebbero essere migliorati come la progressività».
Da Bruxelles è arrivata una precisazione imbarazzata (in sostanza si sottolinea come i dati sul peggioramento della povertà si riferiscano all'Ici, ma non si cita il richiamo a una maggiore progressività dell'Imu). Colpisce la coincidenza con l'accusa dei principali oppositori dell'Imu, cioè l'inclusione della prima casa e la mancata progressività, che è anche la principale argomentazione di chi sostiene l'incostituzionalità dell'imposta.
Diverse le reazioni al rapporto Ue. I costruttori dell'Ance e l'associazione dei comuni, Anci, ci vedono la conferma delle critiche mosse al governo Monti. Confedilizia, invece, critica la commissione perché ritiene che la progressività sarebbe un «esproprio surrettizio».
Il rapporto Ue 2012 fa soprattutto il punto sulla povertà. E osserva come in Italia ci sia un «rischio elevato» di cadere in una «enorme trappola della povertà»: una volta che una persona entra in difficoltà, è molto difficile che riesca ad uscirne.
Ritratto a tinte fosche dell'Italia di Monti, anche da parte di Morgan Stanley. Un report della banca d'affari segnala il rischio che «il malcontento possa continuare a salire» impedendo vere riforme. La domanda per il prossimo governo è come «raggiungere una nuova normalità», con una crescita sostenuta.

Obiettivo che il governo Monti non ha centrato: «Anche se nella giusta direzione, le riforme strutturali attuate dal governo tecnico non sono stata abbastanza di ampia portata da materialmente alzare la futura crescita». Il rischio per il paese ora è un political cliff, sostiene Morgan Stanley richiamando il «baratro» nei conti pubblici Usa. In Italia il rischio è una maggioranza traballante.

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