Quando fa freddo cerchiamo di vestirci a strati. Meglio se con dei bei giacconi termici, di quelli piatti ma molto caldi. Isolano dal freddo meglio di una pelliccia di visone (ormai, per fortuna, in disuso). Dunque, il criterio è logico, di buon senso e molto ecologico. Ma se il principio vale per noi umani perché non applicarlo anche alle case? La domanda se la sono posta gli specialisti di Versalis, l'azienda chimica di Eni che si è impegnata ad offrire risposte concrete nella green economy sfruttando le materie plastiche al meglio delle loro possibilità. E dopo studi approfonditi hanno sfornato l'uovo di Colombo: dare un cappotto alle case per evitare fatali e costose dispersioni termiche.
Già, perché il problema esiste eccome ed è una piaga internazionale. Secondo i dati della Commissione europea oltre il 40% dell'energia in Europa è destinata ai consumi domestici. Ben il 75% viene «bruciata» in riscaldamento di abitazioni e uffici. E i costi «pesano». Per esempio, attualmente una casa in classe energetica G paga una bolletta che è circa 10 volte superiore a una casa di classe A. Invece, un semplice accorgimento come un buon isolamento termico è in grado di ridurre fino a 4 volte i consumi dell'impianto di riscaldamento e di condizionamento. Risultato: si produce meno smog e si aiuta in modo consistente il nostro disastrato ecosistema. Non dimentichiamo, infatti, che l'energia utilizzata per il riscaldamento (ma anche per i nostri climatizzatori) proviene in massima parte dalla combustione di prodotti petroliferi. Di conseguenza, ridurne la richiesta abbassa la produzione di anidride carbonica, gas responsabile dell'effetto serra.
L'ultima frontiera ambientale, dunque, parte proprio dalla riqualificazione delle nostre abitazioni applicando la cosiddetta «chimica sostenibile». I muri delle case, infatti, potranno essere trattati da uno speciale prodotto ultraleggero chiamato «Eps» commercializzato da Versalis con il marchio Extir, che è la forma espandibile del polistirolo costituito infatti al 98% di sola aria. In edilizia questo speciale polistirolo viene utilizzato per isolare gli edifici attraverso un sistema detto «a cappotto», rivestimento utilizzato sulla facciata esterna delle pareti di edifici nuovi o in ristrutturazione e funziona anche per le pareti interne. In questo modo si ottimizza la prestazione termica, migliorano le condizioni di comfort abitativo, si riducono i costi energetici ed economici per il riscaldamento e il raffreddamento. Insomma, la dispersione di calore verso l'esterno diventa un lontano ricordo perché si riduce il flusso termico. Il bello è che questo stratagemma non vale solo per gli edifici nuovi che nascono da progetto nella classe energetica «A». Può essere applicato anche in fase di ristrutturazione delle case vecchie per la sua enorme facilità di applicazione. Non serve molto, dunque, per realizzare edifici a basso consumo energetico, un obiettivo primario non solo obbligatorio per legge, ma anche indispensabile per tutelare l'ambiente e il portafogli.
Si capisce allora perché «Eps» abbia già sfondato in Italia e all'estero. Fino ad ora in Europa ne sono stati installati ben 2 miliardi di metri quadrati. Più di 160 milioni solo nel 2011. Italia e Spagna ne hanno usati già 20 milioni. E siamo solo agli inizi. Il potenziale per l'applicazione di questo innovativo prodotto è vastissimo.
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