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Adesso Grillo fa lo spot alla carne coltivata in laboratorio: "È il futuro"

Il comico genovese si schiera a favore della carne coltivata in laboratorio: "È il futuro, per la salvaguardia degli animali e del nostro pianeta"

Adesso Grillo fa lo spot alla carne coltivata in laboratorio: "È il futuro"

Anche Beppe Grillo si iscrive all'appello di coloro che credono convintamente nelle potenzialità della carne coltivata in laboratorio, un tema su cui invece il governo si è espresso in maniera contraria. Proprio nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che contiene le disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. La questione è destinata a far discutere ancora nelle prossime settimane e non manca chi si dice aperto a quella che ritiene essere un'opportunità.

Grillo vuole la carne coltivata

Il co-fondatore del Movimento 5 Stelle si è espresso sul tema attraverso un breve articolo pubblicato sul proprio blog. "La carne coltivata è il futuro. Prendetevi del tempo e informatevi", è stato il commento di Grillo nella descrizione su Twitter. Nel pezzo ha consigliato la visione di un documentario sulla carne coltivata che ha giudicato "interessantissimo". A conclusione ha ribadito a chiare lettere che la carne coltivata in laboratorio "è il futuro, per la salvaguardia degli animali e del nostro pianeta".

Ieri, sempre sul suo blog, ha ospitato un articolo a firma di Isha Datar incentrato sulla possibilità di mangiare carne senza uccidere gli animali. Tra le altre cose è stato affermato il sogno di un futuro dell'alimentazione "più grande e più audace". Ed è stato scritto che i limiti di ciò che può essere la carne cambieranno totalmente se la si coltiverà a partire dalle cellule: "La carne potrebbe essere sottile e traslucida. Potrebbe essere liquida. Potrebbe essere croccante, potrebbe essere spumeggiante".

Il "no" del governo

Dunque c'è chi sostiene che la carne coltivata possa essere una delle risposte più efficaci non solo alla fame nel mondo ma anche al cambiamento climatico. Dal suo canto il governo guidato da Giorgia Meloni ha esplicitato un netto "no" al cibo sintetico. È stato stabilito il divieto di impiegare, vendere, importare, produrre per esportare e somministrare cibi o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati.

La stretta dell'esecutivo è forte: in caso di violazione l'operatore sarà soggetto a una multa che va da 10mila fino a un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente all'accertamento della violazione. Inoltre il prodotto sarà confiscato.

Mentre Grillo fa lo spot alla carne coltivata in laboratorio, dal ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare viene fatto notare che la decisione è stata presa in via precauzionale a livello nazionale "per tutelare gli interessi che sono legati alla salute e al patrimonio culturale". A spiegarlo è stato il ministro Francesco Lollobrigida: "Abbiamo voluto tutelare la nostra cultura e la nostra tradizione, anche enogastronomica.

Se si dovesse imporre sui mercati la produzione di cibi sintetici, ci sarebbe maggiore disoccupazione, più rischi per la biodiversità e prodotti che, a nostro avviso, non garantirebbero benessere".

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