Elezioni Politiche 2013

M5S, dal Popolo viola alle "linguacce" viola: farsa grillina nei seggi

I grillini a caccia dei brogli nei seggi: "Leccate le matite prima di votare". Tutti si ritrovano la lingua viola. E il complotto diventa farsa

Beppe Grillo con la moglie Parvin Tadjik al seggio per votare
Beppe Grillo con la moglie Parvin Tadjik al seggio per votare

I grillini si aggirano per i seggi in cerca del complotto, la lingua viola per aver testato il sapore della matita e aver verificato se è copiativa o meno. Era stato il guru pentastellato a parlare per primo dei brogli e del rischio che al Movimento 5 Stelle vengano soffiati sotto il naso voti importanti. "Ciucciate la matita che vi daranno al seggio – aveva avvertito il comico in un comizio in Val di Susa – perché è copiativa e si può cancellare". E così è stato. Dai social network ai seggi elettorali, l'esercito a Cinque Stelle ha ingaggiato una serrata polemica che è sfociata in una vera e propria farsa.

Complice anche l'ingenuità e l'inesperienza, l'ultima metamorfosi del popolo grillino avviene nel segreto dell'urna. Il popolo viola si è trasformato nel popolo dalla lingua viola. Gli appelli a succhiare, umettare, bagnare, inumidire, insalivare e leccare la punta della matita si sono moltiplicati nel corso delle ultime ore. Da Facebook a Twitter i post dei Cinque Stelle erano infarciti di consigli per evitare i brogli e preservare il voto. Nel mirino le fatidiche matite indelebili con cui l'elettore sceglie con una croce il partito da mandare in parlamento e scrive il nome e il cognome del candidato da spedire in Consiglio regionale. Negli ultimi giorni il livello di tensione è stato portato (appunto) alle stelle. Tanto che, dopo aver votato nel seggio della delegazione genovese di Sant’Ilario, lo stesso Beppe Grillo se ne è uscito con la matita in mano. Dopo pochi passi, il comico si è accorto e ha riconsegnato alla presidente del seggio. "È rimasto il segno - ha assicurato - non ci sono brogli, era copiativa". Il primo a lanciare l'allarme via Facebook è stato Matteo Dall’Osso, candidato in posizione eleggibile in parlamento. "Ho avuto conferma - ha tuonato sul social network - la matita copiativa in dotazione alle urne elettorali è completamente cancellabile (provato su carta semplice) a meno che non sia umettata: si sbiadisce leggermente, ma rimane". Ma per Marco Piazza, consigliere comunale "grillino", il consiglio di Dall’Osso nasconde delle insidie. "Per avere la certezza assoluta che la matita sia davvero copiativa e il segno effettivamente indelebile, alcuni votanti ciucciano la matita", ha sottolineato spiegando che, se bagnate, le matite "lasciano un caratteristico tratto tendente al violaceo con delle piccole sbavature". Col rischio, però, che le schede macchiate o con segni di riconoscimento vengano invalide: "Se pertanto vi capitasse di macchiare involontariamente la vostra scheda fatevene dare un’altra".

La vicenda, ampiamente dibattuta su Facebook, ha inevitabilmente scatenato l’ironia delle rete dopo che molti grillini hanno iniziato a lamentarsi per il fatto che a furia di ciucciare la matita si sono ritrovati con la lingua viola. "Usate l'acqua - consiglia un seguace di Grillo - portatevi una bottiglietta e immergete la punta". E ancora: "È una vita che la inumidisco con la lingua sperando di non beccarmi l'epatite". Qualcuno, più furbo, propone di sostituire la lingua con le dita: "Io ho inumidito le dita... col cavolo che mi metto in bocca una matita usata da altri". In molti, presi dal fervore della crociata contro i brogli, hanno fotografato con il cellulare la croce sul simbolo del Movimento 5 Stelle e l'hanno pubblicata su Facebook accompagnandola dalla scritta "mandiamoli tutti a casa". La prima foto è stata postata ieri da un profilo intestato a Roberto Buri, un attivista della provincia di Bolzano. Si vedono sia la scheda per la Camera sia quella per il Senato. La foto è accompagnata dalla domanda: "Si può?". Immediata la risposta: "Potresti incorrere in sanzioni. Lo sai che questo metodo è utilizzato dalla mafia per il voto di scambio?". Le foto delle schede elettorali con il voto al M5S sono apparse anche su Instagram, il social utilizzato da milioni di utenti per pubblicare i propri scatti.

Lo ha fatto ad esempio un certo Vincenzo Bossa, che, prima di rimuovere anche lui la foto dal profilo, si è difeso così: "Non capisco cosa ci sia di sbagliato nel pubblicare la foto del proprio voto".

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