Interni

"Mai censurato gli altri": la lezione della Roccella alla sinistra

La ministra della Famiglia, Eugenia Roccella è tornata sui tafferugli avvenuti al Salone del libro. Stoccata ai manifestanti: "Come radicale mai censurato agli altri"

"Mai censurato gli altri": la lezione della Roccella alla sinistra

Ascolta ora: ""Mai censurato gli altri": la lezione della Roccella alla sinistra"

"Mai censurato gli altri": la lezione della Roccella alla sinistra

00:00 / 00:00
100 %

Il fuoco delle polemiche intorno al blitz contro il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella non si è ancora spento. Ma al di là di veti e responsabilità, il tema al centro di tutto è la libertà di espressione. E proprio in questo senso va l'intervento di Roccella durante la trasmissione In Onda, su La7: "Le contestazioni? Tutte legittime, ma non fare parlare una persona è una cosa diversa". Un concetto semplice, democratico, che a una fetta della sinistra radicale sembra sfuggire.

La titolare del dicastero della Famiglia ha parlato in modo molto dettagliato della contestazione che ha subito al Salone del libro di Torino, spiegando di aver provato a creare un dialogo con i contestatori: "Pensavo si potesse continuare il dibattito, ma così non è stato. Si voleva che io non potessi parlare. Ero lì a presentare un libro in quello che dovrebbe essere il tempio della libertà di espressione".

"Prima di tutto se non ci sono state aggressioni è anche perché c'era la polizia", ha continuano Roccella parlando dei momenti di tensione seguiti al blitz di "Non una di meno" ed "extinction rebellion". "Ho chiesto che non venissero portate via le ragazze che si stavano sdraiando per terra proprio perchè, anche per il mio passato, ho una esperienza di queste cose e certamente non volevo che la polizia intervenisse". Una mano tesa, dunque, eppure gli stessi attivisti hanno preferito continuare la censura, leggendo un comunicato e limitandosi a slogan come "Fuori Roccella dal Salone del libro".

Roccella ha quindi ricordato il suo passato nei Radicali, una formazione che ha fatto dell'attivismo e della protesta un segno di fabbrica. Ma - e qui sta proprio la lezione a chi le ha impedito di parlare - senza mai superare il segno: "I radicali erano non violenti, ma soprattutto le contestazioni non erano mai a censura degli altri e contro la libertà degli altri. E il prezzo della propria trasgressione veniva sempre pagato in prima persona". Un macigno contro la grande retorica antifascista della sinistra italiana.

Infine ultima stoccata al direttore del Salone Nicola Lagioia: "Avrebbe dovuto, secondo me, dire con chiarezza davanti a chi contestava: 'Voi non potete impedirle di parlare. Voi sbagliate ad impedirle di parlare. Io condanno nel Salone del Libro chi impedisce la presentazione di un libro".

Anche qui un concetto semplice, di nuovo democratico, che però fatica a passare in quella parte di Paese incline alla censura.

Commenti