Per le spese legali la famiglia Pistorius deve aver stanziato una somma più che ingente. Gli accusati di omicidio sono infatti saliti a due: non solo il celebre Oscar, ma anche quel carneade del fratello maggiore, Carl. Lo stesso Carl che - autodefinitosi «fervente cattolico» - sta inondando Twitter di cinguettii che cercano di far passare l'assassino della povera Reeva Steenkamp come la vittima di un destino cinico e baro. Ma Carl deve ora pensare anche ad altri guai: i suoi. In queste ore si è saputo infatti che il fratello di «Blade Runner» rischia - pure lui - grossissimo, in quanto è accusato di «omicidio volontario» per la morte di un motociclista in un incidente da lui causato nel 2010. Lo ha riferito la radio sudafricana Ewn spiegando che la prima udienza del suo processo era prevista per lo scorso giovedì (giorno in cui era ancora in corso il procedimento a carico di Oscar) e quindi l'udienza è stata rinviata al mese prossimo.
L'incidente, nel quale il fratello di Oscar ha investito e ucciso una motociclista, è avvenuto nel 2010 a sud di Johannesburg; Pistorius senior «laureato in informatica, non era ubriaco al momento dell'incidente». Almeno così giura il potentissimo clan Pistorius che - già impegnatissimo sul fronte Oscar - sta ora «lavorando» anche per Carl. E infatti subito ha diramato un comunicato stampa, riportato dalla Bbc, dove già si «anticipa» la sentenza: «Non ci sono dubbi sulla sua innocenza, sarà quindi certamente assolto»; e poi: «Carl è profondamente dispiaciuto per l'incidente. La motociclista si schiantò contro l'auto di Pistorius rimanendo uccisa». Attenti alla frase usata dall'avvocato Kenny Oldwage: «La motociclista si schiantò contro l'auto di Pistorius...», come a dire che la responsabilità fu della donna, non di Carl.
Intanto, sul fronte Oscar, non mancano «fondamentali» dettagli per la gioia dei rotocalchi rosa. L'ultimo «scoop» è il seguente: «Il testosterone che gli inquirenti dicono di aver trovato a casa di Oscar Pistorius sarebbe uno stimolante sessuale». Parola del medico sportivo, Jon Patricios.
Hilton Botha - il detective poi rimosso dall'incarico a causa di un curriculum eccessivamente «movimentato» - aveva affermato mercoledì in tribunale a Pretoria che «due scatole di testosterone» ed alcune siringhe erano state trovate a casa dell'atleta, incriminato per aver ucciso la fidanzata Reeva Steenkamp. L'avvocato di Pistorius, Barry Roux, aveva spiegato che si trattava di «un rimedio a base vegetale che l'atleta aveva il diritto di utilizzare». Il dottor Patricios, intervistato da City Press, ha spiegato «che questo prodotto, che si assume tramite iniezioni (composto da pezzi di cuore e di testicoli di animali, nonché da piante medicinali e vitamine) serve di norma a combattere problemi di erezione. È però sconsigliato agli sportivi perché li può far risultare positivi ai test antidoping». Dettagli «fondamentali» che rischiano di buttare in farsa un dramma vero: quello di una ragazza splendida uccisa con 4 colpi di pistola dal suo «fidanzato». «Per sbaglio», dice lui. In molti sono disposti a credergli, anche perché Pistorius è un mito del suo Paese, inoltre è ricco e ha una faccia da bravo ragazzo. Gli unici che non sono disposti a farsi abbindolare dall'allure di Oscar, sono i genitori di Reewa. L'altro giorno hanno ricevuto dall'ex genero una lettera e un mazzo di fiori.
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