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"Marci valori...". E gli studenti rossi strappano i manifesti degli avversari

Si sono ripresi mentre distruggevano i manifesti di Azione studentesca: così gli studenti dei collettivi rossi interpretano la libertà di espressione e la democrazia

"Marci valori...". E gli studenti rossi strappano i manifesti degli avversari

Non diciamo niente di nuovo sostenendo che esiste una narrazione prevalente nel nostro Paese, che vede la sinistra, anche quella estrema, piazzata sempre e comunque dalla parte giusta e la destra, anche quella moderata e liberale, posizionata da quella sbagliata. La stampa, i media e l'opinione pubblica mainstream da decenni portano avanti questo racconto, che per certi aspetti utilizza anche il revisionismo storico per ignorare e nascondere tutte le nefandezze delle dittature rosse e dei simpatizzanti dell'estremismo di sinistra. Tutto questo ha delle conseguenze e dato che la storia tende a ripetersi come in un circolo chiuso, sembra sia in corso un avvicinamento a grandi passi ai bui anni Settanta.

È dalle scuole che sta ripartendo la violenza politica degli schieramenti, grazie a un'abile lavoro di centri sociali ed estremisti, che stanno fomentando le nuove generazioni, particolarmente sensibili e volubili, pronti a farsi trasformare, in modo incosciente, in arieti usa e getta da chi vorrebbe ribaltare il governo di centrodestra democraticamente eletto.

L'ennesima dimostrazione arriva da Torino, dove un manipolo di studentelli rossi del collettivo Einstein, instauratosi nell'omonimo liceo, ha dato l'assalto ai manifesti di Azione Studentesca. Manifesti che, peraltro, non inneggiavano a niente di particolare ma erano inseriti in una campagna di adesione. "Unisciti agli studenti identitari", si leggeva nei manifesti affissi nelle palette stradali. Una manifestazione democratica, questa, che si contrappone diametralmente a quella dei giovani comunisti che con spregio e violenza hanno fatto carta straccia dei manifesti, sentendosi in questo modo dalla parte giusta perché indottrinati nella lotta ai fascismi. Fascismi che nel 2023 come dimostrano i fatti esistono solo nella narrativa della sinistra, che per esistere deve continuare a sventolare lo spauracchio.

"A pochi giorni dal 25 aprile, organizzazioni neofasciste hanno avuto il coraggio di sporcare i muri delle nostre scuole con manifesti e striscioni, inneggiando a una rivoluzione che sappiamo essere fondata su marci valori", scrivono gli studenti del collettivo nel loro post, ne quale documentano l'azione. È evidente l'incapacità di questi ragazzi di confrontarsi nell'alveo democratico, seguendo le orme dei cattivi maestri di un tempo, il cui obiettivo era l'annullamento dell'avversario politico. Lo strappo dei manifesti è una evidente provocazione violenza all'avversario politico, come tante se ne registrano ma di cui poco si parla. A meno che il tutto non avvenga a parti invertite, quando allora si urla al ritorno del fascismo. Un copione scritto e riletto centinaia di volte, che trova in queste nuove generazioni nuova linfa per non estinguersi.

"Non c'è spazio per il fascismo nella nostra città: siamo e saremo Resistenza", concludono, riempendosi la bocca di concetti dei quali non hanno nemmeno piena contezza.

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