Politica

Margherita, gli ultimi "panni sporchi" li vogliono lavare a "porte chiuse"

Bagarre sulla convocazione dell'assemblea di bilancio, che decide sugli ultimi soldi in cassa. Rutelli e Bianco vogliono parlarne in segreto, Renzo Lusetti e altri "ex" non vengono invitati

Ci sono fatti e fatti. E notizie che nascondono i fatti. La notizia sarebbe che la giunta per le autorizzazioni del Senato ha pronunciato uno scontato «sì» all'arresto di Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. Evento salutato dall'ex Capo del fiore reciso, Francesco Rutelli, con un entusiastico sospiro di sollievo (di vendetta?): «La giustizia deve fare il suo corso».

Assomigliano tanto alle parole di un sicario. O di Ponzio Pilato che se ne lava le mani. In realtà, sarà l'aula in seduta plenaria a decidere, e i giochi saranno un po' più complicati. Così che conviene portare alla luce un piccolo «fatto» nascosto dietro la notizia. Il «fatto» è la convocazione, pressoché contestuale, dell'assemblea federale della Margherita che dovrà approvare il bilancio, l'ultimo del partito morto in politica e attivissimo sui conti bancari. Un'assemblea che si terrà sabato prossimo, 16 giugno, e dovrà decidere su che cosa fare dei soldi rimasti in cassa.Ma la laconica postilla alla convocazione la dice assai più lunga: «La riunione si terrà a porte chiuse».

La particolarità della convocazione emanata da Rutelli ed Enzo Bianco non è sfuggita ad Arturo Parisi, che già nel passato aveva cercato di veder chiaro nei conti gestiti da Lusi. Dichiara Parisi: «Si tratta di un orientamento sciagurato al quale mi opporrò in ogni modo, perché dopo tutto quello che è successo, la trasparenza dovrebbe essere un'ossessione». E invece, Lorsignori, come se nulla fosse, intenderanno chiudere i bilanci truccati della Margherita in camera caritatis.

Non bastasse, si arriva a un fatto ancora più rilevante. Alla riunione non sono stati invitati gli ex margheritini Renzo Lusetti, Gaspare Nuccio, Enzo Carra, Calogero (Rino) Piscitello e Bernardo Bonfanti, anch'essi ipercritici con la gestione allegra di Lusi, già esclusi dalla riunione del giugno 2011, e in pratica sbattuti fuori dalla Margherita a causa dell'atteggiamento poco connivente nei confronti di Rutelli e Bianco (e Lusi che era il tesoriere di loro fiducia). Atteggiamento che Lusetti, oggi approdato all'Udc, non manca di sottolineare: «Continua l'atteggiamento ostruzionistico e prevaricatore di Rutelli e Bianco nei nostri confronti. Se ne assumeranno la responsabilità in sede civile».

Lusetti è deciso a dar battaglia anche perché, come racconta, «non ci hanno invitato nostante il Tribunale civile di Roma abbia già dato ragione al nostro ricorso per la mancata convocazione all'assemblea scorsa». Il Tribunale aveva riconosciuto il diritto degli «esclusi» a partecipare all'assemblea. «Ma non è bastato - si rammarica Lusetti -, e ora di nuovo non ci hanno convocato. Non ci andremo, perché rispettiamo le regole, ma i vertici della Margherita si assumeranno la responsabilità della loro decisione...».

Il lettore che abbia avuto la pazienza di arrivare a dipanare questo ginepraio di accuse incrociate, ora comincerà a capire dove stanno i fatti e dove la confusione delle notizie. Già, perché i legali di Rutelli e Bianco, in una frettolosa giustificazione, commettono un harahiri. Spiegano che «non c'è alcun atteggiamento ostruzionistico e prevaricatore da parte dei nostri assistiti: Lusetti e gli altri ex dl non sono stati convocati alla prossima assemblea federale proprio perché sono usciti dal partito. E non è neppure vero che il Tribunale di Roma abbia accolto il loro ricorso...».

Tutto chiaro? Per nulla, le questioni cruciali sono ben altre. Se la Margherita non esiste più perché confluita nel Pd, è palese che sia il Pd l'erede legittimo e naturale di chi era nella Margherita (come anche i giudici fanno intuire). Ora, se Lusetti e altri hanno lasciato il Pd, non ha lasciato il partito anche Rutelli, addirittura fondando un partito concorrente, l'Api? Ergo, a che titolo Rutelli gestiva prima e gestirà ancora i soldi di un partito da lui abbandonato? Non è nelle stesse condizioni di Lusetti?

I legali di parte, ovviamente, hanno la risposta di comodo: la Margherita, dopo la fusione con il Pd, è diventata un'associazione (giusto per spendere i soldi pubblici), dalla quale Lusetti e altri sono stati cacciati e Rutelli no.

Eppure, logica suggerisce che o debbono essere esclusi tutti coloro che hanno separato i loro destini da quelli della Margherita (Udc o Api, poco cale), oppure tutti gli ex margheritini debbono poter dire la loro sull'ultimo atto di questo fiore reciso e avvelenato, che ha sperperato i soldi di noi contribuenti.

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