Marina Berlusconi, due ore dai pm come parte lesa

Aveva fatto sapere di essere disponibile a essere ascoltata come teste dai pm di Palermo. E questo nonostante i dubbi di competenza territoriale che gravano sulla nuova, ennesima inchiesta, aperta dalla Procura del capoluogo siciliano sul senatore Pdl Marcello Dell'Utri, inchiesta che vede il parlamentare indagato per estorsione per i soldi ricevuti, negli ultimi dieci anni, dall'ex premier, Silvio Berlusconi. Così, con 24 ore di anticipo rispetto alla data di convocazione ufficiale, Marina Berlusconi, figlia dell'ex presidente del Consiglio e presidente di Mondadori e Fininvest, si è presentata a sorpresa, nella tarda mattinata di ieri, a Palermo. E per circa due ore ha risposto alle domande dei pm.
La deposizione, per evitare l'assalto dei cronisti si è svolta nella sede della Guardia di Finanza di via Francesco Crispi. Marina Berlusconi, tailleur pantaloni grigio, è arrivata sotto scorta, accompagnata dall'avvocato Niccolò Ghedini. La presidente di Mondadori è stata sentita nella doppia veste di testimone e parte offesa. Nella fase iniziale dell'audizione, cui hanno assistito il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, e l'aggiunto Antonio Ingroia, sono state poste alcune questioni preliminari, entrambe rigettate. Marina Berlusconi, infatti, ha chiesto prima di non essere sentita, in quanto figlia di una persona già sottoposta a indagini dalla stessa procura. L'avvocato Ghedini ha anche chiesto ad alcuni dei pm presenti, i sostituti Nino Di Matteo, Lia Sava e Antonio Ingroia, di astenersi in quanto parte in cause riguardanti la Fininvest. Ma anche questa eccezione è stata respinta e così la figlia dell'ex premier ha risposto alle domande dei pm Di Matteo, Sava e Paolo Guido, mentre Ingroia è andato via.
Nel mirino dei pm, due bonifici del 2003, di 362 mila e 775 mila euro, partiti da un conto cointestato a lei e al padre Silvio e finiti, come prestiti infruttiferi, al senatore Dell'Utri. Secondo l'Ansa, Marina Berlusconi avrebbe spiegato di non sapere nulla e di non avere mai operato su quel conto, pur a lei intestato. Al termine della deposizione l'avvocato Ghedini ha diramato una nota: «La signora Marina Berlusconi nella sua veste di persona offesa e di persona informata sui fatti, pur contestando, su mia indicazione, la possibilità di essere assunta come testimone, e per la posizione del presidente Berlusconi nelle pregresse indagini proprio della procura di Palermo, e per la palese incompetenza territoriale di tale autorità giudiziaria, nonché per l'inopportunità di taluni pm che più volte avevano esternato giudizi, anche al di fuori delle funzioni giudiziarie, nei confronti della Fininvest e dell'onorevole Silvio Berlusconi, ha esaurientemente risposto a tutte le domande che le sono state poste. Ovviamente vigendo il segreto di indagine nessun altro commento può essere prospettato». Il problema della competenza territoriale è stato sollevato formalmente anche dai difensori di Dell'Utri.

I bonifici, infatti, sono stati versati in banche di Milano o Firenze, e dunque Palermo non c'entra nulla. La procura ha dieci giorni di tempo per rispondere. Nel caso in cui l'istanza venga respinta, è possibile il ricorso in Cassazione.

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