Mario Adinolfi tuona contro la Chiesa: "Tenetevi la Cei e l'8x1000"

L'ex parlamentare dice addio alla Chiesa cattolica per abbracciare la corrente anglo-cattolica della chiesa anglicana a cui appartiene sua madre

Mario Adinolfi tuona contro la Chiesa: "Tenetevi la Cei e l'8x1000"

"Sono stato cattolico tutta la vita, come ho sempre amato dire “all’ultimo banco in chiesa” perché da oltre un quarto di secolo sono divorziato". Inizia così una lunga lettera pubblicata sui social da Mario Adinolfi intitolata "A voi cattolici".

Adinolfi, reduce dell'Isola dei famosi, sembra gettare la spugna. Il giornalista ripercorre la sua vita da cattolico divorziato e spiega di non aver mai voluto "intraprendere il percorso rotale" perché "mi è sempre sembrato un gioco un po’ ipocrita". Adinolfi non ci sta a dire "davanti a Dio che quel matrimonio durato dieci anni e da cui è nata Livia non è mai stato un matrimonio mi sembra una menzogna, davanti a Dio non riesco a pronunciarne". E, poi, parte un durissimo attacco agli amici cattolici "che nascondono molto abilmente il loro primo matrimonio e il divorzio, altri che celano amanti e vizi d’ogni natura, tra i quali dilaga l’omosessualità in particolare tra i sacerdoti e i religiosi". Adinolfi ricorda di essersi spesso "esposto moltissimo in difesa sempre e comunque della Chiesa" e "in cambio ho ricevuto un sostegno pari a zero per le battaglie decisive messe in campo, anche una sensazione quasi di fastidio".

L'ex parlamentare dem ricorda, inoltre, di aver portato all'Isola la sua esperienza di cattolico e di aver diffusamente parlato della propria fede e di essere stato totalmente ignorato da Avvenire anche negli ultimi dieci anni trascorsi da leader del Popolo della Famiglia. Il tutto avveniva "mentre Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera elogiava il coraggio della nostra battaglia e dava un incredulo otto in pagella ai risultati che eravamo riusciti a raggiungere in una durissima campagna elettorale per il Parlamento, osteggiata brutalmente dagli altri cattolici che in politica volevano e vogliono restare accucciati comodi al riparo di chi detiene il potere". Poi l'accusa contro i cattolici che invitavano a non votare il Popolo della Famiglia così da poter mantenere "le loro prebende dai tribunali ecclesiastici e anche una consulenzina dal governo in carica. Incassati i trenta denari si sono ammutoliti fino a sparire". A un certo punto, più proseguiva la sua lotta "più scendeva il gelo mentre il calore era riservato ai cattolici alla Tarquinio". Il politico-giornalista lo dice chiaramente: "Ho sempre avuto la sensazione che il problema fossi io". E ancora: "Se scrivi un libro intitolato Contro l’Aborto - dice parlando di sé stesso - e un parroco entusiasta ti invita a presentarlo in chiesa da lui in Sardegna, ti accorgi quando arrivi che il vescovo l’ha cazziato e l’evento viene tenuto senza dare alcuna pubblicità davanti a pochi intimi".

Poi il colpo di scena. Pare che sua madre sia "infastidita da tutto questo" e sia "già tornata alla sua chiesa di formazione, quella anglicana" e probabilmente domani anche lui andrà a messa alla parrocchia di All Saints in via del Babuino. E aggiunge: "Mi ha invitato ad andare a fare la comunione 'anche con il vino' secondo il rito anglicano che ammette i divorziati al sacramento". E, quasi come per prendere ancor di più le distanze dal Vaticano, tuona "tenetevi la Cei e l’otto per mille, l’ho fedelmente assegnato a voi cattolici con la dichiarazione dei redditi di fine settembre credo per l’ultima volta". Gli anglicani, invece, non ricevono l'8xmille "e - scrive - foss’anche solo per questo dover far da soli senza un miliardo di euro all’anno di sostegno dallo Stato italiano mi sembrano più meritevoli del mio aiuto". E ancora: "Andrò e vi farò sapere. Siete tanti, uno in meno non lo noterete neanche", convinto che qualche cattolico che gli dà del “peccatore” finalmente "tirerà un sospiro di sollievo". Adinolfi conclude: "Eppure stavo all’ultimo banco, accettavo ogni sanzione e obbedivo senza fiatare a ogni precetto, senza mai farmi notare. Non credevo di dare così fastidio a tanti e quando te ne accorgi togli il disturbo".

Poche ore dopo, ecco arrivare un nuovo post con alcune precisazioni rivolte a chi gli ha dato dell'apostata. "Io mica ho rinnegato Cristo, ho solo detto che l’ospite sgradito in una Chiesa italiana marcia fino al midollo interessata solo al miliardo di euro annuo dell’otto per mille e agli intrallazzi che ne derivano (quotidiano Avvenire compreso) non mi va più di farlo", ha spiegato Adinolfi. Il fondatore de Il Popolo della Famiglia sta "semplicemente valutando di seguire il percorso di mia madre che è anglo-cattolica", ossia la corrente anglo-cattolica della chiesa anglicana "di cui faceva parte anche Newman che presto sarà santo" e che "mantiene la fedeltà a tutti i dogmi cattolici compresi i sette sacramenti, Maria Vergine e la transustanziazione". L'unica differenza è che "non riconosce la supremazia del Vescovo di Roma e della derivante gerarchia ecclesiale". Infine spiega che "i sacerdoti anglo-cattolici per volontà di Papa Benedetto XVI possono diventare sacerdoti della Chiesa di Roma mantenendo il vincolo coniugale". E ancora una puntualizzazione: "Sto cercando di diventare più cristiano, non di diventarlo meno, ma in una comunità che non mi faccia sentire sbagliato se parlo e scrivo contro l’aborto o se organizzo le energie migliori per una testimonianza anche politica della fede, se parlo di peccato partendo dal mio peccato ma non usandolo per delegittimare le mie azioni".

La conclusione è

chiara ed esplicita: "mi rifugio presso gli All Saints, senza rinnegare nulla della mia fede, ma Avvenire e la Cei e i vescovi proci che invitano a votare Pd e odiano chi si è speso per il PdF ve li spupazzate voi".

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