Martini eletto anti Papa da chi non va in chiesa

Ieri i funerali nel Duomo di Milano. Opinionisti e giornali radical chic hanno trasformato il porporato in un santino laico

Michele Serra, noto biblista con laurea alla Fgci, ha defini­to il cardinal Martini «il capo dell'opposizione» della Chiesa. Il professor Guido Rossi, celebre per raggiunge­re livelli celestiali quando emette le parcelle, l'ha nominato a po­steriori fan della giunta Pisapia. E Eugenio Scalfari è arrivato a far­gli dire che fra pregare e pensare, in fondo, per un sacerdote non c'è nessuna differenza. Ora che i funerali si sono conclusi si può dire che è impressionante il trattamento che i grandi giornali hanno riservato all'ex arci­vescovo di Milano: da uomo della gerar­chia ecclesiastica, qual è sempre stato, nel bene e nel male, l'hanno trasformato in una specie di santino dei radical chic, un Papa perfetto per coloro che non credono al Papa, guru di una religione cattolica che piace molto a coloro che si professano non cattolici. Ma vi pare? Credo che torto più grande non si possa fare al cardinale Martini che eleggerlo Pontefice Massimo Alter­nativo, mentre è nella bara e non può ri­spondere.

L'ex arcivescovo di Milano, ci raccon­ta chi gli è stato vicino, ha celebrato messa fino a quando ha potuto. E nella messa i cattolici, compresi i cardinali, ogni giorno pregano per «una» Chiesa santa e apostolica: ci possono essere di­battiti, discussioni, percorsi culturali diversi, anche divergenze forti. Ma non ci sono mai due Chiese. Tanto meno c'è la Chiesa bis di un cardinale. Ed è dun­que davvero insopportabile l'operazio­ne mediatica che si è scatenata in que­ste ore per fare del cardinale, ora che è morto, un perfetto anti-Papa, metten­dolo in una specie di «chiesa martinia­na postuma » alternativa alla chiesa uffi­ciale in cui si celebrano le nozze gay, si pratica l'eutanasia, si incentiva l'uso del profilattico e in fondo si è convinti che pregare è un po' come pensare, e dunque, in sostanza, Dio non esiste.

Fateci caso: tra gli osanna sconclusio­nati dei sedicenti illuminati, il cardinal Martini è diventato in queste ore il pro­feta degli omosessuali, il sostenitore delle unioni civili di Pisapia, contrario all'ortodossia cattolica, fautore del con­dom, praticamente un seguace di Zapa­tero, più che del Papa, fino in punto di morte dove infatti, si lascia intendere, è arrivato a dire sì, con il suo esempio, all' eutanasia. E dunque essendo in prati­ca l'anti­-Papa, cioè il Papa buono nemi­co del Papa oscurantista, merita i pea­na di tutti i maestri del pensiero laico, fondatori di quotidiani e affondatori di commissari, ex satiri ed ex presidenti Telecom. Tutti quelli, sia detto per inci­so, che normalmente non perdono oc­ca­sione di sparare a zero contro la Chie­sa e ora invece si trovano perfettamen­te in sintonia nell'esaltare l'anti-Chie­sa di Martini.

E dunque avanti con le sbrodolature, pagine su pagine d'inchiostro fuso (il Corriere il primo giorno gli ha dedicato addirittura le prime nove dell'edizione nazionale più alcune altre nell'edizio­ne locale), testimonianze, ricordi strug­genti, parabole edificanti come nem­meno nei libretti del catechismo (strepitoso l'ex autista che racconta i fioretti in auto del cardinal Martini, che addo­mesticava le ruote di scorta come San Francesco faceva con il lupo di Gub­bio).

E avanti ancora con la celebrazio­ne fin esagerata delle lunghe code di fe­deli al Duomo, l'immagine forzata del­la commozione di una città, i riferimen­ti continui al pianto della gente che avrebbe perso un padre, trasforman­do, con un colpo di bacchetta, il dotto studioso Martini in un presunto papà buono. E avanti, infine, con l'invito ripe­tuto e insistito al Papa a presentarsi ai funerali di Milano, perché in fondo avrebbe molto da guadagnarci, come lasciano intendere i grandi editorialisti dei grandi giornali che già immagina­no la scena madre della Chiesa oscu­rantista che s'inchina finalmente alla Chiesa illuminata...

La Chiesa illuminata, ovviamente, è una Chiesa che non esiste. O meglio: una Chiesa, come dicevamo, che esiste solo nella mente di coloro che in chiesa non ci vanno mai e che però si sentono in dovere di dire anche al Papa come de­ve pensarla sulla vita, sulla morte, sull' etica e sulle nozze omosessuali. Per ca­rità: liberi tutti di credere quel che vo­gliono a casa loro. Liberi di sognare e di immaginare qualsiasi religione zapate­rista.

Ma non confondano i loro

desideri con il cattolicesimo. E soprattutto eviti­no di bistrattare la salma di un cardina­le, riducendo un principe della Chiesa al ruolo di leader del Sel.

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