Sarà una Pasqua amara per gli italiani. Da caduta degli zuccheri. Già. Complice la crisi, da molte tavole spariranno colombe e uova di cioccolato, sostituite da più economici dolci sfornati in casa. E non è solo il menu dell'austerity a diagnosticare lo stress dei nostri portafogli, ma anche i tagli ai viaggi con relativo soggiorno in albergo. Meglio la più economica gita fuori porta il lunedì dell'Angelo. Con pranzo al sacco.
Insomma: dal punto di vista dei consumi la Quaresima è destinata a continuare. Logico. Le famiglie stanno sulla difensiva, alzando le barricate in vista dell'ondata di rincari e di tasse che quest'anno rischia di travolgerle, dal momento che l'aggravio - in base ai calcoli dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori - sarà pari a 1.490 euro. Se poi si prende in considerazione il biennio 2012-2013, la cifra balza a 3.823 euro. Motivi più che sufficienti per mantenersi nel solco della sobrietà, anche se il crollo di oltre il 6% accusato (sempre nel 2012-2013) dalle spese private è un altro tassello mancante della ripresa. Non si spende, e l'economia non si rivitalizza. Così le imprese continuano a licenziare (o non assumono, nel migliore dei casi), e altra gente finisce per limitare gli acquisti allo stretto necessario. Un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Gli stessi dati diffusi ieri dall'Istat sull'inflazione, in calo per il sesto mese consecutivo (in marzo +1,7% annuo, +0,3% mensile), dimostrano quanto la frenata dei prezzi sia in parte imputabile proprio al calo dei consumi. Confcommercio parla non a caso di «dinamica dei consumi assolutamente negativa». Il carrello della spesa è infatti sempre meno caro. A marzo, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono saliti dello 0,1% mensile e del 2% annuo. E un altro osservatorio privilegiato, la Coldiretti, ricorda come il carrello della spesa sia meno caro perché si svuota dei prodotti base per l'alimentazione. Come la frutta (-4,2%), gli ortaggi (-3%) e anche la carne (-7% le macellazioni). Poi ci sono i minori acquisti che riguardano appunti i prodotti tipici della Pasqua. Secondo il Codacons, la vendita di uova e colombe subirà un calo del 17% rispetto allo scorso anno anche a causa di aumenti medi compresi tra il 6 e l'8% rispetto al 2012. Giù anche le vendite di agnelli (-10%). Gli italiani, tuttavia, non rinunceranno al pranzo pasquale in famiglia, per una spesa complessiva di circa 1 miliardo.
Avvertono gli agricoltori della Cia: in questa situazione, è chiaro che il previsto nuovo aumento dell'Iva a luglio rischia di dare un colpo mortale al Paese, costando agli italiani quasi un miliardo in più soltanto per le spese alimentari.
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