
Una fortezza di quiete che per tre giorni diventa il Transatlantico della politica italiana. La masseria Li Reni e il suo dominus, Bruno Vespa, accolgono con garbo e rigore leader, ministri e tutti i partecipanti per la quinta edizione del Forum. Un appuntamento che è ormai diventato tappa fissa dell’estate politica italiana. La strada per raggiungere la masseria è stretta, incorniciata da ulivi, vigneti e silenzio. Siamo nel cuore del Salento. Dietro le mura quattrocentesche, Li Reni nasconde un animo raffinato ma non artificiale. Un tempo struttura agricola, oggi è anche un resort di lusso dove la pietra delimita ogni spazio. Il vino è l’altro elemento chiave. Le camere vanno dai circa 20 metri quadri delle Classic fino ai 65 della Deluxe «Torrino», mentre le suite con piscina da 45 metri quadri affacciano sui filari di primitivo. Per i più eclettici, c’è anche spazio per il glamping: bungalow di legno a forma di botti, sotto le stelle del Salento. L’alta diplomazia, qui, si mescola volentieri ai filari. La sala stampa è ricavata nella cantina: botti di legno e profumo di mosto. Ne spicca una, imponente, con la scritta: «Atto a divenire Primitivo di Manduria, riserva 2022». La firma sovrimpressa – come una certificazione d’origine – è, manco a dirlo, «Vespa». Organizzato anche da Comin & Partners, il Forum prevede undici panel, in una grande struttura termostatica, su politica, economia, lavoro, energia e digitale.
Gli ospiti, di prestigio, si muovono tra il frinire delle cicale e il microfono, in maniche di camicia, ma con l’agenda autunnale in tasca. Nella prima giornata spiccano l’orgoglio di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, e l’approccio pragmatico di Marina Calderone, ministro del Lavoro, in tailleur celeste estivo. Urso torna sul tema cruciale della riconversione industriale. L’esponente di Fdi chiarisce la sequenza delle priorità: «Prima si dovrà decidere che cosa fare allo stabilimento ex Ilva di Taranto, e poi si potrà valutare se realizzare un forno elettrico a Genova». Taranto – spiega – sarà la prima scelta per il polo DRI (Direct Reduced Iron), con la nave rigassificatrice. Ma se la città, da poco nelle mani del Pd e del centrosinistra, dovesse dire «no», allora toccherà «a un altro polo». Senza l’autorizzazione integrata ambientale, tuttavia, l’ex Ilva chiuderà: il meloniano è stato chiaro. Il ministro sottolinea anche come «l’Italia stia diventando il posto dove investire in intelligenza artificiale». Il Paese - rivendica - è protagonista. Tant’è che Urso parla di Data center, centri di raccolta dei dati informatici, pionieristica pura per l’Italia.
Calderone, invece, annuncia la firma in autunno di un patto sulle trasformazioni del mercato del lavoro. Parla di «rinnovato clima di collaborazione» con le parti sociali». Il percorso di riforma sarà condiviso. Quando si affronta il tema della riduzione dei posti di lavoro causata dall’avanzata delle nuove tecnologie, il nome che echeggia sul palco è quello di Leone XIV.
Poi tocca all’ex premier Paolo Gentiloni, che dribbla le questioni interne e si lancia sui temi internazionali. «La Meloni - dice - si trovava meglio con Biden che con Trump». Sarà. E se per l’Ucraina «non bisognerebbe dormirci la notte», per l’ex Commissario Ue è il «Vaticano» che sta facendo «la vera battaglia per la cancellazione del debito dei Paesi più poveri».
L’ex presidente del Consiglio fa un controcanto alla Schlein sulle armi: «L’Europa deve fare da sola».
Per il resto, nessun accenno alla politica interna da parte del dem.
Prima del collegamento in video della premier Giorgia Meloni, è il turno del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, di Fi.
«Spero - annuncia - di fare la legge sul nucleare in un anno e mezzo».
Se non altro perché all’Italia serve un «mix energetico». È il Forum masseria di Bruno Vespa, il luogo dove vengono messe per terra le carte dell’Italia che verrà.