Un calcio alle scommesse sporche, immorali, disoneste. Strombazzato blitz all’alba, e tra arresti e perquisizioni eccellenti si dipana l’ultima puntata dell’inchiesta cremonese sul mondo lercio del pallone. In carcere finiscono in 19, e tra loro la bandiera della Lazio Stefano Mauri. Una trentina le perquisizioni, la più eccellente delle quali ha per oggetto il mister della Juve Antonio Conte, fresco di scudetto e di accuse incrociate per quanto avrebbe «combinato» nella stagione precedente sulla panchina del Siena. Neppure il ritiro della nazionale di calcio è stato risparmiato, con un avviso di garanzia recapitato dallo Sco al difensore azzurro Mimmo Criscito direttamente nella sua stanza, poi perquisita. E mentre l’ex genoano viene «tagliato» dalla selezione per i prossimi europei, arriva la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per un altro tassello della retroguardia della nazionale, il difensore juventino Leonardo Bonucci, tirato in ballo dall’ex compagno di squadra Andrea Masiello. Prossimo, anche lui, a lasciare Coverciano. L’ordinanza del gip di Cremona Guido Salvini, che respinge solo una delle venti misure richieste dal pm Roberto Di Martino (quella per il genoano Sculli, del quale vengono comunque evidenziati i legami con la criminalità organizzata e i sospetti tentativi di combine per Lazio-Genoa), fa tremare il calcio tricolore molto più della «prima edizione» dell’indagine, sbarcando in Serie A. Oltre a Mauri, è in carcere anche l’ex colonna del Genoa, ora al Padova, Omar Milanetto (entrambi coinvolti per la presunta combine di Lazio-Genoa, Mauri anche per Lecce-Lazio). Dietro le sbarre, tra i calciatori, finiscono pure l’attaccante della Samp (ex Novara) Cristian Bertani, l’ex Grosseto e Torino Alessandro Pellicori, il portiere del Vicenza Paolo Acerbis, l’ex centrocampista Ivan Tisci, il difensore del Modena Marco Turati, il portiere del Bellinzona Matteo Gritti. Ai domiciliari il brasiliano Jose Inacio Joelson (stessa misura per i rappresentanti del gruppo dei «bolognesi» - quelli di Beppe Signori – Luca Burini e Daniele Ragone), solo obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria per i «collaboranti» Kewullah Conteh (ex Piacenza) e Francesco Ruopolo (Padova). In manette pure il bergamasco Vittorio Gatti, considerato vicino agli «zingari», e cinque ras ungheresi: Istvan Borgulya, Matyas Lazar, Zoltan Kenesei (il capo), Lazlo Schultz e Lazlo Strasser (il numero due). Sfiorati dalle indagini altri grossi club: dalla Samp al Chievo, dal Lecce al Novara, poi Siena, Atalanta, Lecce. Secondo gli inquirenti Tan Seet Eng, il «boss» di Singapore dell’organizzazione internazionale che truccava le partite, aveva introdotto i magiari nella «filiale» italiana dell’associazione, per rinforzare gli «zingari», colpiti dall’arresto in patria di quattro croati. L’ultima indagine (chiamata «New Last Bet») è nata dalle dichiarazioni di due «pentiti», Gervasoni e Carobbio che hanno «scoperchiato» il sistema internazionale per pilotare partite via via più importanti.
Una maxi associazione per delinquere, transnazionale, finalizzata alla frode sportiva e alla truffa. S’è salvata l’ex bandiera della Lazio Beppe Signori, arrestata nel 2011 e poi rilasciata, accusata ora «solo» di riciclaggio per un conto panamense su cui transitavano soldi provenienti da Singapore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.