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Mediaset, dalla Corte d’Appello no alla richiesta di sospensione

I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno respinto la richiesta di sospensione del processo Mediaset avanzata dai legali del Cav

Gli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo, difensori di Berlusconi
Gli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo, difensori di Berlusconi

Il processo d'appello a Silvio Berlusconi per frode fiscale riprende e va avanti a tappe forzate, nonostante la nuova richiesta di sospensione avanzata dai legali del Cavaliere. Dopo una brevissima camera di consiglio, la corte presieduta da Alessandra Galli ha respinto stamane la richiesta di sospensione dell'udienza avanzata dai legali dell'ex premier, e ha dato la parola ai difensori degli imputati minori per le ultime arringhe. La sentenza potrebbe arrivare già nella giornata di sabato.

Il processo è ripreso questa mattina, dopo che la Cassazione aveva respinto il tentativo dei legali del Cavaliere di spostare tutti i processi a Brescia per il "legittimo sospetto" sulla imparzialità dei magistrati milanesi. Stamane la corte presieduta dal giudice Alessandra Galli ha ripreso l'udienza, dando atto che dopo la decisione della Cassazione il processo poteva andare avanti, e dando la parola alle difese degli imputati minori per le ultime arringhe. Ma a quel punto si è alzato Piero Longo, uno dei due legali di Berlusconi, e ha chiesto che il processo venga immediatamente sospeso.

Il motivo è che sul processo pende una incognita decisiva: il conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato sollevato dalla presidenza del Consiglio contro il tribunale di Milano per l'ordinanza con cui nel marzo 2010, durante il processo di primo grado, venne rifiutato il rinvio di una udienza nonostante che Berlusconi fosse impegnato in consiglio dei ministri.

"Se la consulta accogliesse il conflitto si annullerebbe la sentenza di primo grado, e il lavoro di questa Corte diventerebbe inutile", ha detto Longo, segnalando ai giudici che secondo notizie di agenzia la decisione della Corte Costituzionale arriverà entro giugno. La Procura generale si è opposta alla interruzione , e la corte le ha dato ragione". La corte ritiene che non trattasi di ipotesi di sospensione necessaria e che comunque la pronuncia della corte costituzionale non risulta decisiva ai fini della definizione della presenta fase di gravame", dice l'ordinanza.

In primo grado, Berlusconi era stato condannato a quattro anni di carcere(di cui tre condonati) per frode fiscale, e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.

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