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Meloni silura Schlein: "Il campo largo? Lo abbiamo unito noi e non lei col suo nannimorettismo"

La premier chiude la kermesse dei giovani di Fratelli d'Italia e manda una frecciata alla sinistra: "Si portano sfiga da soli". E porta sul palco l'orgoglio del centrodestra: "Non siamo un incidente della Storia"

Meloni silura Schlein: "Il campo largo? Lo abbiamo unito noi e non lei col suo nannimorettismo"
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"Questo è il luogo in cui tutte le idee hanno diritto di cittadinanza. Questo è il luogo in cui Nietzsche e Marx si danno la mano. In cui il valore delle persone si misura sui contenuti. E chi scappa dimostra di non avere contenuti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel suo discorso sul palco di Atreju, la manifestazione di FdI che si chiude oggi a Roma.

L'intervento si è aperto con una stoccata a Elly Schlein: "Con il suo Nannimorettiano mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente, ha comunque fatto parlare di noi", ha detto la leader di FdI ringraziando gli esponenti dell'opposizione - da Conte a Renzi, da Calenda a Magi, Bonelli e Marattin - che hanno accettato l'invito a partecipare. "La cosa divertente è che il presunto ‘campo largo’ l'abbiamo riunito noi ad Atreju e l'unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli. Contenti loro", ha aggiunto, "La buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa va benissimo. Cioè parlano male di Atreju ed è l'edizione migliore di sempre, parlano male del governo, il governo sale nei sondaggi, hanno tentato di boicottare una casa editrice, è diventata famosissima. Cioè si portano da soli una sfiga che manco quando capita la carta della Pagoda al Mercante in fiera, visto che siamo in clima natalizio. E allora grazie a tutti quelli che hanno fatto le macumbe".

E mentre il centrosinistra è alle prese con una delle sue crisi peggiori, il centrodestra "non un incidente della Storia", assicura Meloni ringraziando gli alleati: "L’Italia può contare su un'alleanza che non nasce per ‘ravanare’ qualche poltrona, ma per mettere al servizio della Nazione una visione condivisa, fondata sulla libertà, sulla responsabilità, sull'amore", ha ribadito, "Noi non siamo un incidente della Storia, noi non siamo un accordo di convenienza, noi non siamo una somma di disperazioni come accade ad altri, noi siamo una comunità di destino costruita mattone su mattone in trent'anni di battaglie comuni". Un'unità che non viene divisa nemmeno dalla normale dialettica politica: "Dalle nostre parti è diverso", ha spiegato, "dalle nostre parti si discute per ragionare insieme, e per trovare una sintesi che abbiamo sempre trovato, perché c'è una differenza di fondo che fingono di non vedere. Noi siamo alleati, e siamo amici, noi ci capiamo l'un l'altro". Nonostante questo il governo non deve sedersi "sugli allori" perché "c'è ancora moltissimo lavoro da fare e siamo solo all'inizio".

Ma Giorgia Meloni non accetta lezioni "da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbocapitalista a favore dei potenti": "Vengono a parlare a noi di equità, dicono che noi favoriamo i ricchi perché abbiamo tagliato di due punti l'Irpef ai redditi fino a 50mila euro l'anno, dopo che già avevamo accorpato le prime due aliquote dell'Irpef abbassando le tasse a chi percepisce fino a 28mila euro l'anno", dice, "Perché per loro chi guadagna 2500 euro lordi al mese e magari ci mantiene tre figli e magari ci paga il mutuo è ricco". Del resto, sottolinea la premier, "oggi il Pd si indigna perché gli Elkann vogliono vendere il gruppo Gedi e non ci sarebbero garanzie per i lavoratori, però quando chiudevano gli stabilimenti di Stellantis ed erano gli operai a perdere il posto di lavoro tutti muti, anche Landini che faceva le interviste a Repubblica e sul tema fischiettava. Tutti muti".

Sull'Europa e la guerra in Ucraina, la leader di FdI è chiara: "Per ottant'anni abbiamo appaltato la nostra sicurezza agli Stati Uniti d'America pensando che questo giorno non sarebbe arrivato ma soprattutto fingendo che fosse gratis", ha detto, "Solo che non lo era. C'era un prezzo da pagare e si chiama condizionamento". E ha ricordato che "dal primo giorno siamo stati al fianco del popolo ucraino che combatte contro il neo-imperialismo di stampo sovietico della Russia, perché nessuno qui ha nostalgia dell'Unione Sovietica che ha calpestato mezza Europa per mezzo secolo".

Non mancano i riferimenti ai temi caldi del centrodestra.

Come l'immigrazione ("i Cpr in Albania funzioneranno, per il danno erariale chiedete alle toghe") e la riforma della Giustizia "perché non ci debba più essere una vergogna come quella che stiamo rivedendo a Garlasco".

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