
Giorgia Meloni paragonata ad un serpente. Il presidente del consiglio italiano associato ad un animale. Nel festival degli insulti nei confronti della leader di Fratelli d’Italia, il professor Alessandro Orsini si aggiudica la prima posizione indiscussa. Direttamente sul suo profilo ufficiale di X, Orsini decide di postare una foto che ritrae Meloni da una parte e un serpente dall’altra. Proprio per descrivere l’operato del governo in politica estera, e in particolare sulla polveriera in Medio Oriente, l’opinionista e penna del Fatto Quotidiano definisce “strategia del serpente” le mosse internazionali adottate da Meloni.
“Chiamo la strategia di Giorgia Meloni verso il conflitto israelo-palestinese strategia del serpente”, dice Orsini sul suo profilo social. “Quando il sole batte forte, il serpente si gode la luce sulla roccia allo scoperto. Analogamente, quando la luce delle telecamere è puntata su di lei, Meloni, sulla roccia con il sole, si dice “dispiaciuta” per i palestinesi. Non appena il sole sparisce, il serpente torna a nascondersi sotto la roccia, proprio come Giorgia Meloni e Antonio Tajani quando sono chiamati ad assumere decisioni politicamente rilevanti in favore di Israele. Entrambi agiscono «sotto la roccia», ovvero il più nascostamente possibile”, continua in quello che sembra a tutti gli effetti un attacco politico senza fondamenta.
Poi addirittura passa agli esempi concreti. “La strategia del serpente è visibile quando Meloni dichiara in televisione, cioè sulla roccia, che Israele deve rispettare i diritti umani, mentre invia nascostamente, cioè sotto la roccia, le armi a Netanyahu a sterminio in corso”, aggiunge. Il tutto corredato con la foto della premier associata a quello di un serpente per nulla accomodante. Da qui la conclusione: “Giorgia Meloni ha due tipi di comunicazione politica. La prima comunicazione, rivolta agli italiani, dice: "Sono un po' dispiaciuta per i palestinesi".
La seconda comunicazione, rivolta a Israele, dice: "Stai tranquillo, Netanyahu, ti sosterrò sempre e lotterò per impedire che vengano prese misure punitive contro di te e il tuo governo per il genocidio del popolo palestinese”.