Roma - Claudio Abbado: presenze zero. Elena Cattaneo: presenze zero. Renzo Piano: presenze zero. Carlo Rubbia: presenze zero. Il solo Abbado con il 43,51 per cento di assenze giustificate da missioni. Gli altri nemmeno quello. Questo per quanto riguarda i quattro senatori a vita nominati da Giorgio Napolitano nell'ultima tornata del 30 agosto. Poi ci sono i due che sono (o meglio dovrebbero essere) a Palazzo Madama dall'inizio della legislatura. Il senatore di diritto Carlo Azeglio Ciampi (che però, va detto, ha quasi 93 anni e una salute precaria assai) conta presenze zero in nove mesi. Quello di nomina presidenziale Mario Monti ha l'11,28 per cento di presenze, con il 22,34 di missioni e il 66,38 di assenze pure e semplici.
Se esistesse un libretto di giustificazioni per senatori assenti, come nelle scuole, i sei senatori a vita lo avrebbero già finito da un pezzo. I dati impietosi raccolti dall'associazione Openpolis, che da anni monitora l'opera dei nostri eletti, e calcolati sulla base delle votazioni elettroniche in aula smascherano l'inutilità di un istituto che non serve nemmeno a spostare gli equilibri del Senato, come qualcuno aveva ipotizzato quando a fine estate Re Giorgio aveva scelto quattro illustri connazionali: per spostare qualcosa dovrebbero votare. E Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia non sanno nemmeno la strada per Palazzo Madama.
Malgrado ciò godono di un superstipendio in contumacia. È vero, Renzo Piano ha promesso che avrebbe destinato i suoi emolumenti da senatore fantasma ai giovani architetti. Aspettiamo le prove. Nel frattempo c'è chi, come il Pdl Ciro Falanga, in occasione della discussione del bilancio di Palazzo Madama, chiede di rendere gratuito l'incarico: «È incompreso - dice Falanga a Public Policy - il senso e la natura di questa nomina. Se è di natura onorifica, in tal caso perché gli emolumenti?».
Falanga è tra gli esponenti del Pdl che ha firmato l'ordine del giorno presentato dal M5S e sul quale si è verificata anche la convergenza della Lega. L'odg, approvato dall'aula, intende allargare l'absence tax (quel meccanismo per cui un senatore per ogni giorno in cui non è presente ad almeno il 30 per cento delle votazioni si vede decurtare un quindicesimo della parte variabile della diaria) anche ai senatori a vita che al momento ne sono esentati. «I senatori a vita - s'incavola Vincenzo Santangelo, senatore grillino - a oggi possono essere liberi di non partecipare a nessuna delle sedute percependo in ogni caso interamente la propria diaria».
Un'altra battaglia risparmiosa dei grillini è quella sui voli dei senatori. Santangelo ha presentato un ordine del giorno per allargare anche ad altre compagnie, nello specifico quelle low cost, «l'unica convenzione che permette, in maniera facile e funzionale, di poter prenotare ed usufruire dei voli», cioè quella con Alitalia, «finché questa esisterà». Una posizione condivisa solo in parte dal senatore questore Lucio Malan (Pdl), che si dice favorevole ad accogliere l'ordine del giorno ma solo come «raccomandazione», visto che «già oggi, naturalmente, i senatori possono usufruire di voli low cost».
Il problema, secondo Malan, è che i parlamentari quasi sempre si trovano a prenotare i voli all'ultimo momento, e «sia che si tratti delle compagnie classiche sia che si tratti delle compagnie low cost, più tardi si prenota più si paga». Quindi per risparmiare sarebbe utile una programmazione più anticipata dei lavori. Un problema che i senatori a vita non sembrano avere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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