Mentre si discutevano mozioni sulla violenza contro le donnela polemica

RomaSeduta sospesa, manca il presidente. Sembra uno scherzo, invece succede davvero: un aereo che tarda, un altro che parte, un vicepresidente che se ne va, un altro che non può restare e un altro ancora che non si vede. E così, in una calda mattinata di fine estate, lo scranno di più alto della Camera alta resta sguarnito per oltre mezz'ora, fino all'arrivo del titolare, Renato Schifani, che indignato apre un'inchiesta interna e promette trasparenza. «È un fatto increscioso, riferirò alla conferenza dei capigruppo».
All'ordine del giorno, alcune mozioni sulla violenza contro le donne. La seduta del mattino è guidata da Emma Bonino, che è di turno fino alla 11,30. Dopo, toccherebbe a Domenico Nania, segnalato in arrivo da Catania. Ma il suo aereo è in ritardo. La Bonino aspetta un quarto d'ora, poi allerta Rosi Mauro e le passa la stecca. L'ex pasionaria verde regola gli interventi per una quindicina di minuti e a mezzogiorno, tra la sorpresa generale, sospende la seduta: si deve allontanare «per improrogabili precedenti impegni». Choc in aula, fitto chiacchiericcio nei corridoi, proteste da tutti i gruppi: nessuno a memoria d'uomo ricorda un evento del genere. E poi, si chiedono in molti, cosa avrà mai da fare di così impellente da lasciare sguarnita la seconda poltrona della Repubblica?
A mezzogiorno e mezzo arriva Schifani, che fa riprendere i lavori e annuncia «un'istruttoria». Intanto giungono anche le spiegazioni dei vicepresidenti coinvolti. Si giustifica Nania: «Non è colpa mia, ho fatto tardi per un ritardo dell'aereo, prendetevela con il ministero dei Trasporti. Io dovevo partire da Catania alle 9,15 e atterrare a Fiumicino alle 10,15, il volo invece è atterrato alle 11,40. A mezzogiorno e venti sono arrivato in Senato e mi hanno detto quello che era accaduto, ma io avevo avvertito del ritardo dell'aereo».
Racconta la Bonino: «Ho presieduto l'aula fino alle ore 11,45 Il turno doveva essere assunto da Nania, che credo abbia avuto un ritardo di aerei. Quando posso, normalmente sostituisco i colleghi senza alcun problema; avevo, però, un altro impegno e così io stessa ho chiesto alla vicepresidente Mauro di colmare i minuti di ritardo di Nania. Lei, lo voglio sottolineare, mi ha detto che poteva contribuire alla gestione dell'aula solo fino a mezzogiorno. Il presidente Schifani farà le sue verifiche, ma era comunque mio dovere fornire la versione dei fatti».
Sotto accusa finisce la Mauro. «Mi chiedo quale fosse il suo impegno - dice Sandro Bondi - cosa c'è di più importante che presiedere l'aula del Senato?». Anna Finocchiaro parla di «fatto gravissimo e del tutto inedito». Maurizio Gasparri di «comportamento deprecabile». Roberto Calderoli chiede che «si dimetta chi ha sbagliato o Schifani».

Rosi la nera si difende così: «Devo sottolineare il dovere di ogni vicepresidente del Senato di rispettare i turni assegnati, assumendosene le proprie piene responsabilità. La mia unica colpa, se di colpa si tratta, è stata quella di accettare di sostituire il collega assente, pur avendo impegni urgenti ed improrogabili. Per questo, con grande rammarico, ho dovuto sospendere l'aula».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica