
La telenovela è finita. Dopo settimane di tentennamenti e a meno di sette giorni dalla chiusura ufficiale delle liste, Luca Zaia annuncia pubblicamente: "Mi candido capolista in ogni provincia". Il presidente uscente della Regione Veneto, quindi, sblocca l'empasse che si era creato all'interno della Lega nel territorio del Nord-Est italiano in vista delle elezioni locali che si terranno il 23 e il 24 novembre. E lo ha fatto in occasione dell'apertura della campagna elettorale a Padova in sostegno del leghista Alberto Stefani come prossimo governatore. "Posso capire tutto, ma non i veti e allora ho detto: se sono un problema, cercherò di diventare un problema reale e quindi, parlando con Alberto, ho individuato solo questa soluzione per diventare un problema", ha aggiunto Zaia.
Dopo più di quindici anni e mezzo consecutivi nell'incarico istituzionale di presidente della giunta veneta, il "Doge" sarà dunque destinato al ruolo di esponente di peso del Carroccio nel Consiglio. "Con questa mia plurima candidatura mando questo messaggio a tutti coloro che ci hanno sostenuto, a quelli del nostro partito e lo mando anche a tutti coloro che non la pensano come noi ma che ci hanno sempre votato, e che ringrazio - sottolinea Zaia -. Io penso che ho sempre cercato di impegnarmi a rappresentare chi non mi ha votato. Allora a chi ha avuto simpatia per me e per l'amministrazione e quindi a chi mi ha messo i veti dico: 'Se prima si diceva 'Dopo Zaia, solo Zaia', adesso si dirà: 'Dopo Zaia, scrivi Zaia'", è il nuovo slogan appena coniato sul palco del teatro PalaGeox della città euganea.
Il governatore veneto, che non si è potuto ricandidare a presidente per via della legge sul terzo mandato, ringrazia tutta la sua squadra di governo: "È stata una bella avventura, so che lascio in buone mani l'amministrazione. Ma i protagonisti non sono politici e amministratori ma sono i cittadini, questo bisogna sempre ricordarselo. Io ho sempre messo al centro dell'attenzione il cittadino perché è il cittadino e deve essere l'attore protagonista - sottolinea -. Voi avete capito che sono un problema? A me non sembra normale. Prima ti dicono che non puoi farti rieleggere, dopo che non puoi fare la tua lista civica, poi che non puoi mettere il nome. Posso capire tutto, ma non capisco in democrazia che si mettano veti su una persona che ha sempre governato e i cittadini hanno sostenuto".
Zaia infiamma infine la platea quando ricorda i 2 milioni e 328mila veneti del referendum sull'autonomia del 22 ottobre 2017 e per lui si leva il coro "Luca, Luca" e un lunghissimo applauso. C'è quindi anche il tempo di scherzare con lo stesso Stefani. "Sono stato il presidente di Provincia più giovane d'Italia e questo record non puoi battermelo".
Tuttavia ci sarà la possibilità di "andare casa per casa per festeggiare poi il presidente di Regione più giovane d'Italia. Noi non abbiamo nulla da inventare, i giovani ci indicano la via, e noi siamo sempre gli stessi tanto che Matteo Salvini ti proporrei di rifare la festa del 15 settembre a Venezia", ha concluso.