"A Milano non si vince da soli e servono toni diversi"

Dal consigliere di Forza Italia Giulio Gallera messaggio agli alleati: "Ampliare la coalizione può essere utile"

Giulio Gallera
Giulio Gallera
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Moderati, riformisti e liberali a confronto per capire se ci può essere una visione comune sul futuro di Milano: "Per allargare il centrodestra bisogna trovare una grande sintonia sui temi, anche per superare gli schemi nazionali" dice il consigliere regionale di Forza Italia Giulio Gallera, che oggi dialogherà con esponenti attuali o passati dell'ormai ex Terzo polo in un dibattito organizzato all'Acquario civico. Visto che "non c'è nessuno che può vincere da solo questa partita", secondo Gallera è fondamentale cominciare a lavorare sulla ricetta da proporre per la città, toccando anche argomenti non necessariamente cari al centrodestra: "Sui diritti civili, per esempio, ci sono tante sensibilità diverse che vanno intercettate". L'azzurro manda un messaggio anche agli alleati: "Per Milano ci vogliono toni diversi, non quelli che si usano nelle valli".

Gallera, come Forza Italia insistete sull'allargamento della coalizione.

"Vogliamo tornare a essere il partito guida del centrodestra. E per farlo dobbiamo recuperare anche quegli elettori dell'ormai ex Terzo polo che, quando c'era Silvio Berlusconi, votavano Forza Italia. Gli stessi che, in parte, hanno premiato Matteo Renzi quando era a capo del Pd. Dobbiamo essere di nuovo attrattivi per tutto quel mondo riformista e liberale".

Anche FdI e Lega sembrano appoggiare la vostra idea.

"Fa piacere che non ci siano rigidità da parte degli alleati. Anche perché ampliare la coalizione può essere utile a consolidare anche la nostra proposta nazionale. Alle scorse politiche, ma anche alle regionali lombarde, abbiamo vinto perché la sinistra era frammentata. Se loro fanno un campo largo, allora anche noi abbiamo bisogno di guardare ad altri elettori e partiti".

Carlo Calenda di Azione ha aperto ma anche messo sul tavolo il nome di Cottarelli.

"Calenda riflette sul proprio posizionamento. Ma io credo che a Milano dobbiamo provare a uscire dalla logica del toto candidato e concentrarci su argomenti dove possono nascere delle sinergie. Se la pensiamo allo stesso modo sullo sviluppo e sull'innovazione, il nome del sindaco non diventa l'unico elemento discriminante. Se individuiamo un ottimo civico e il centrosinistra candida Cottarelli poi Calenda che fa?".

Renzi, invece, sembra aver scelto di restare nel centrosinistra.

"Lo stimo, ma è evidente che i suoi sono ragionamenti legati alla sopravvivenza di un partito. Avevo invitato esponenti di Italia Viva al dibattito ma hanno preferito seguire le indicazioni nazionali. Sono comunque convinto che, se sapremo interpretare meglio anche le loro idee rispetto a quello che farà il candidato del centrosinistra, allora gran parte di quell'elettorato verrà da noi".

Nel centrodestra, invece, per Milano serve una comunicazione diversa?

"Forza Italia si candida a essere il partito che fa la proposta sul candidato proprio perché riteniamo che a Milano ci vogliano modi di porsi un po' diversi da quelli che si hanno nelle valli. Bisogna saper parlare agli anziani, ai giovani delle periferie e agli immigrati, ma anche discutere nei salotti importanti. Noi siamo convinti di saper interpretare entrambi i registri. Mi sembra, comunque, che nel centrodestra ci sia la consapevolezza dell'importanza dell'appuntamento. Sia FdI sia la Lega stanno dando il loro contributo senza imporre nulla a nessuno".

Un possibile sfidante del centrosinistra è Pierfrancesco Majorino.

"In questa città non bisogna sottovalutare niente.

Siamo ancora scottati dalla vittoria di Pisapia Ma reputo battibile chiunque si metterà alla testa di una coalizione senza riconoscere una certa discontinuità con l'attuale amministrazione. Non basta una faccia differente per cancellare le responsabilità del centrosinistra degli ultimi anni".

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