Enrico Lagattolla
MilanoE per fortuna che di festa della donna ce n'è solo una all'anno. Perché l'8 marzo 2012, ai contribuenti lombardi, è costato mille e 675 euro. A celebrare la giornata ci ha pensato il gruppo regionale del Partito democratico, che ha chiesto rimborsi per «acquisto cadeau» comprati il 23 febbraio scorso e destinati a «24 dipendenti» per un totale di 960 euro. A questi vanno aggiunti altri cento euro per le mimose (spesi il 29 febbraio), e infine 615 euro per chiudere in bellezza con un «pranzo per la festa della donna». Ma non di soli fiori vive il consigliere regionale democrat. Ci sono le trasferte a Roma (qualcuno ci va in aereo al costo di 560 euro, qualcun altro sceglie il treno a 232 euro), ci sono decine e decine di spostamenti in taxi (alla faccia degli inviti all'uso dei mezzi pubblici), ci sono pranzi di ogni tipo, dal panino e bibita a 15 euro fino alle tavolate da 700 euro e oltre. Tutte occasioni istituzionali? E non sono un po' tanti i 2.959,30 euro spesi in consumazioni al bar e coffee break nel solo mese di marzo, e scaricati sui contribuenti? Era proprio indispensabile il viaggio del consigliere Borghetti a Tindouf Saharawi, rimborsato per 554,55 euro? È giusto che siano i fondi pubblici a pagare i 1.500 euro dell'iscrizione del Pd alla misteriosa Aiccre, «Associazione italiana per il consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa»? E chi è il consigliere democratico che si fa rimborsare 500 euro per «servizio fotografico»?
Sono le domande che si pone la Procura di Milano, che ieri ha mandato la finanza negli uffici della Regione per acquisire la documentazione relativa alle spese sostenute dai gruppi di opposizione. È il nuovo capitolo dell'inchiesta sui rimborsi facili ottenuti dai politici lombardi, e che vede già indagati 62 consiglieri di Pdl e Lega con l'accusa di peculato. Il procuratore aggiunto Alfredo Robledo ha deciso di chiudere il cerchio, e verificare eventuali abusi anche da parte del centrosinistra. L'analisi di ricevute, scontrini e assegni è già iniziata. L'impegno è di chiudere il nuovo fronte dell'indagine entro gennaio, così da garantire una sorta di par condicio elettorale.
Ma al di là della rilevanza penale, anche a sinistra qualcosa sembra non tornare. E non tanto perché c'è chi ha chiesto il rimborso anche dei 3 euro e 20 centesimi che il 6 marzo scorso sono serviti ad acquistare delle pile, o 16 euro per un generico «libro». Ma è curioso sapere che grazie al Pd i lombardi hanno sborsato 3.660 euro per il volume Non siamo tutti uguali del consigliere Carlo Spreafico, altri 2.607 per il libro Tramonto celeste, alba democratica dello stesso Spreafico, oltre a 9.300 euro per I miei primi 2 anni in Consiglio Regionale.
Anche i consiglieri di Sinistra e libertà e dell'Italia dei valori sembrano attingere con leggerezza alla cassa pubblica.
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