Come tutti i morti, anche il concorso Miss Italia ha il diritto al funerale. Che si aspetta a celebrarlo e a sotterrare la salma, sempre più ingombrante? Questo happening annuale, che si è trascinato per 73 anni, non ha più senso, ammesso ne abbia mai avuto uno, eppure la Rai continua imperterrita a trasmetterlo, si ignora se davvero convinta di fare cosa gradita agli abbonati oppure se per pigrizia mentale. Lo stesso avviene per le partite della nazionale di calcio: dato che si disputano, conviene mandarle in onda, anche le più brutte, le meno importanti.
Pare che certi eventi, a prescindere dall'interesse che suscitano nel pubblico, debbano giungere sul teleschermo. Intendiamoci, il video propone tante stupidaggini, poco male se ci infligge anche quattro cosce di fanciulle in fiore (crisantemo) o di baldi atleti (...)
(...) del pallone, magari impegnati contro la rappresentativa di Malta, che sta all'Italia come Davide a Golia. Il problema non sono le gambe ma ciò che esse fanno: talvolta schifo. Nel qual caso, forse, i dirigenti dell'ex monopolio potrebbero chiedersi se meriti mobilitare tecnici e macchinari per offrire agli utenti ciò che essi - audience alla mano - non gradiscono più di tanto.
Miss Italia, in particolare, è una rassegna tristissima di corpi femminili esibiti quali capi di bestiame da valutare, scartare, eventualmente premiare. Con quali criteri? Gli stessi che usavano i commercianti e i loro clienti nelle fiere paesane, per esempio quella di Rovato (Brescia) che, in campo boario, era il mercato più frequentato. Suppongo che il titolo ambìto venga assegnato alla ragazza più avvenente. Il giudizio è affidato a una giuria di esperti (in che?) e ai telespettatori che si esprimono mediante il democraticissimo televoto. Gente che si mette lì di buzzo buono, almeno spero, per individuare quali siano i glutei più sodi, gli occhi più abbacinanti, il sorriso più accattivante. Scusate: dimenticavo il seno. La signorina che risulti dotata delle caratteristiche fisiche maggiormente apprezzate dai giudici viene incoronata quale miglior fico del bigoncio.
Già questa metodologia ha un carico cospicuo di volgarità. Non bastasse, le concorrenti sono chiamate a dimostrare di avere un discreto bagaglio culturale. Come? Rispondendo ad alcune domande mirate. Un esame penoso nel corso del quale le poveracce, probabilmente addestrate allo scopo di essere promosse, sfoggiano una serie di luoghi comuni, banalità politicamente corrette di questo tipo: mi sta molto a cuore la pace nel mondo; stimo Mario Monti per il suo lavoro che sta compiendo a vantaggio del Paese; sono umile, semplice e bella, ho le carte in regola per vincere.
In varie circostanze, l'interrogatorio va sul difficile: di che segno sei? L'esaminanda con tono trionfante: Ariete! Brava, sei a posto. Uno spettacolo deprimente, che diventa perfino imbarazzante quando - esaurite le fasi di valutazione dell'aspetto e della personalità delle candidate - si procede alla nomina della miss, che poi le miss sono quattro, ma non vi spieghiamo perché in quanto il motivo è solo quello di accontentare più giovanotte. Le prescelte si abbandonano a scene di giubilo, mentre le escluse applaudono nervosamente (ovviamente stizzite, persuase, forse non a torto, di essere vittime di un'ingiustizia) per non fare la figura delle invidiosette. Quest'anno, onde evitare critiche, i responsabili del concorso hanno indotto le signorine a indossare costumi da bagno anni Trenta, abbastanza ridicoli, dato che i due pezzi si prestavano a essere censurati dalle femministe: basta con la mercificazione dei corpi femminili! Come se le concorrenti fossero rastrellate con la forza e costrette a partecipare alla competizione.
La questione, però, è un'altra, e riguarda soprattutto il cattivo gusto che accompagna la liturgia della selezione, indipendentemente dall'ostentazione delle rotondità. Come si fa nel 2012 ad ammucchiare delle ragazze su un palco e sottoporle all'umiliazione di un verdetto estetico circa il loro aspetto? Si obietterà: contente le fanciulle, contenti tutti. Ma che la televisione si adoperi per amplificare una gara così meschina basata su culi e tette, ci sembra disdicevole, per non dire idiota.
Miss Italia nel dopoguerra, nel clima euforico della ricostruzione e nella preparazione del boom economico, era un propellente dell'ottimismo e della voglia di non pensare più alle bombe che avevano distrutto la Patria. Ma adesso, via, le donne sono emancipate, se sono belle meglio per loro (saranno comunque agevolate nella vita), hanno raggiunto, e spesso superato, gli uomini nelle professioni, in ogni settore, non hanno la necessità di sfruttare il proprio corpo né la Rai ha la necessità di sfruttare i corpi altrui. Oltretutto senza riuscire a incrementare gli ascolti: Miss Italia infatti è stata battuta da Squadra antimafia; roba da matti.
Ultimo appunto. Nel 1951 Luchino Visconti girò Bellissima, interpretato da Anna Magnani. La storia malinconica di una bimba che partecipa ai provini per l'interpretazione di un film e viene bocciata. Una vicenda struggente che metteva in risalto (a quei tempi!) l'orrore di un'aspettativa frustrata. Il soggetto era di Cesare Zavattini. Sessant'anni dopo c'è chi ancora non ha capito.
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di Vittorio Feltri
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