Niente Cie per i figli di stranieri nati in Italia. Sulla base di questo principio, affermato per la prima volta nel nostro Paese, il giudice di pace di Modena ha liberato due fratelli di origine bosniaca che erano trattenuti da oltre un mese nel Centro di identificazione ed espulsione modenese. Una vicenda, quella di Andrea e Senad Seferovic, che si è trasformata in un caso politico, con il Pdl e la Lega Nord che hanno annunciato un’interrogazione parlamentare, mentre il centrosinistra attacca la legge Bossi-Fini e parla di una «sentenza importantissima».
Motivo? La decisione del giudice di pace modenese potrebbe aprire la strada al una legge per lo ius soli, vale a dire il diritto di cittadinanza italiana che si acquisisce in virtù del solo fatto di essere nato nel nostro Paese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori e dal loro status giuridico. Una legge auspicata anche recentemente dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Mi auguro che in Parlamento si possa affronare anche la questione dela cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Nagarla è un’autentica follia, un’assurdita».
E veniamo al caso su cui si è pronunciato il giudice di pace di Modena. I due fratelli, di 23 e 24 anni, nati e cresciuti in Italia, erano stati fermati dalla polizia il 10 febbraio, nel corso di un servizio volto al contrasto di reati predatori. Alle loro spalle, precisa la questura, alcuni provvedimenti coercitivi per sentenze passate in giudicato. Privi di permesso di soggiorno da quando i genitori avevano perso il lavoro, e quindi anche i documenti per restare in Italia, nei loro confronti sono stati emessi due provvedimenti di espulsione, «nel rispetto - precisa la questura - della normativa vigente».
Questa mattina, però, il giudice di pace ha annullato i provvedimenti e ha disposto la liberazione di Andrea e Senad, che ora sognano «una vita normale», anche se la questura «valuterà l’opportunità di disporre ulteriori misure di prevenzione». La sentenza, nel frattempo, ha scatenato le reazioni della politica. Secondo il sindaco di Modena, «fa chiarezza e deve essere rispettata». Parla di decisione «storica» l’Arci, che spera «induca il Parlamento a calendarizzare al più presto la discussione sulla proposta di legge di iniziativa popolare» depositata lo scorso 6 marzo per modificare l’attuale normativa sulla cittadinanza.
L’Arci invita il Parlamento a rivedere al più presto la Legge Bossi-Fini, mentre il senatore Pd Roberto Di Giovan Paolo chiede anche di «attivare un processo per arrivare allo ius soli e fare dell’Italia un Paese davvero europeo». Il senatore Carlo Giovanardi, che ricorda la «pericolosità sociale» dei due bosniaci, parla di «sentenza creativa».
«Ormai ognuno si inventa la sua legge», rincara la dose la vicepresidente dei deputati del Pdl, Isabella Bertolini.Critica anche la Lega Nord; il segretario emiliano, Angelo Alessandri, parla di «razzismo al contrario»: «Si premiano gli stranieri a danno dei cittadini onesti».
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