"Molestie di Stato". Ora le Ong alzano il tiro contro l'Italia

Un registro linguistico sempre più violento e accuse sempre più scomposte dalle Ong verso il governo italiano, mente Schlein cerca di fare loro da sponda per qualche voto in più

"Molestie di Stato". Ora le Ong alzano il tiro contro l'Italia
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In piena enfasi da campagna elettorale, Elly Schlein prova ad alzare la voce puntando il dito contro il governo e intima lo stop alla "guerra alle Ong che stanno facendo quello che dovrebbero fare i governi". Quali governi non si capisce, visto che tutti i Paesi europei si sfilano quando si tratta di prendersi i migranti che prendono il mare irregolarmente. A meno che il segretario del Pd non intenda dire che l'Italia debba diventare l'unico hub di sbarco, con i Paesi europei che parteciperebbero all'ipotetica missione di accoglienza del Vecchio continente. In quel caso sì che troverebbe l'appoggio di Francia, Spagna, Germania e via dicendo. Tuttavia, il discorso di "fare la guerra alle Ong" è un discorso strumentale e ideologico, che nella realtà ha il solo effetto di fornire una sponda alle organizzazioni che, da anni, sfidano l'Italia. Il tutto per qualche voto in più.

E su questo ci sono solide documentazioni. La sfida prosegue al rialzo da parte delle organizzazioni, secondo un principio molto basico e ben noto, che sfrutta la leva dell'opinione pubblica per fare proselitismo a proprio favore. Tirare dalla propria parte l'opinione pubblica dà il vantaggio di creare pressione sulle istituzioni e, per farlo, le Ong utilizzano di volta in volta un registro linguistico più violento ed evocativo. E sono arrivati, in un recente documento, a parlare addirittura di "molestie di Stato", sapendo benissimo quali siano le immagini che questo termine evoca. Il tutto solo perché l'Italia, sul suo territorio, ha delle leggi e fa in modo che queste vengano rispettate. La sovranità italiana non può e non dev'essere certo messa in discussione da soggetti privati che accusano il governo di perpetrare molestie nei loro confronti.

Il riferimento delle "molestie" è al blocco disposto dall'Enac degli aerei delle Ong, che finora hanno potuto disporre liberamente degli aeroporti di Lampedusa e, in generale, della Sicilia, ma anche ai fermi amministrativi previsti per la violazione del decreto Piantedosi che, anche se non piace alle Ong, è legge in Italia.

"Questa molestia statale ha conseguenze finanziarie e reputazionali di vasta portata per i gruppi di soccorso e limita la loro capacità di operare", si legge in un articolo nella no-profit tedesco-americana Human Rights Watch, che pone in rilievo l'aspetto reputazionale e quello economico rispetto a quello umano. E non è un caso, visto che in calce all'articolo in cui dagli Stati Uniti si punta il dito contro l'Italia è stata inserita una raccolta fondi da destinare alle Ong.

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