nostro inviato a Firenze
In principio erano quattro o cinque. Nel giro di un anno sono diventati cinquanta. La legge del passaparola. Hanno capito che la polizia non può fargli niente e che quindi possono scorrazzare come gli pare. Stazione che vai rom che trovi.
Qui siamo al binario 9 di Firenze Santa Maria Novella, davanti alle macchinette dei biglietti. Da lì partono gli Italo e Le Frecce. Posto ghiotto per raccattare soldi e fare razzie. La giornata inizia presto. Alle 7 le bande di rom (guai a chiamarli «nomadi» o, peggio, «zingari» o «ladri», sennò ci denunciano per razzismo la presidenza del Consiglio e l'Ordine dei giornalisti) sono già lì. L'attività «lavorativa» prosegue per tutto il giorno, fino a sera. Ci sono sempre un minimo di 6-7 gruppetti che si muovono come sciami di vespe, tutti insieme, camminando, sia uomini sia donne, sul marmo lucido dell'androne della stazione, puntando i turisti (soprattutto americani e giapponesi), ma anche i pendolari, che si fermano a fare i biglietti alle casse automatiche. Studiano la «preda» e cercano di aiutarla, con un fare fintamente gentile. Se viene negata l'elemosina si passa alle parolacce. Quando va bene. Vogliono dai 5 ai 20 euro per un servizio di facchinaggio abusivo, non richiesto, e se ti rifiuti come minimo ti becchi uno sputo addosso, o altrimenti, una spinta o un calcio. «Io ho paura quando vado in stazione - testimonia una viaggiatrice, Veronica Cipriani -. Appena scendo dalla tramvia sono sempre sul chi va là, delle mie amiche sono state scippate proprio mentre compravano il biglietto all'automatico». Anche i capitreno sono vittime di violenze. Ntv e Trenitalia hanno assunto vigilantes privati, «ma più che allontanarli non possiamo fare».
Lungo i binari dei treni ad alta velocità si sono piccole «squadre» formate da due o tre rom, che camminano su e giù in maniera frenetica. Quando ne vedi passare uno davanti a te che ti guarda, sai già che ce ne sono altri due dietro che puntano i tuoi bagagli. L'altoparlante annuncia il treno da Napoli e diretto a Torino. Quando si aprono le porte, schizzano dentro a gruppi di tre o quattro, adocchiano borse e oggetti incustoditi, li agguantano e scappano.
Tutto questo va avanti da oltre un anno a Firenze. Senza che la Polfer possa far niente. «Non abbiamo ordini precisi dai nostri superiori e se solo ci proviamo a torcergli un capello veniamo denunciati. Sono tutelati più loro di noi», si lamentano alcuni agenti della stazione. Sono solo 8. Alcuni di loro, stressati dalla situazione, hanno addirittura chiesto il trasferimento. «Per tenere d'occhio loro siamo costretti a tralasciare tutto il resto. Spaccio e furti sono aumentati a dismisura».
Nei mesi scorsi il questore di Firenze Raffaele Micillo, aveva ordinato un'operazione interforze che impegnava carabinieri, poliziotti, finanzieri, forestali e vigili urbani. Per un po' è tornato il sereno, ma poi le forze dell'ordine sono andate via...
Il prefetto di Firenze, Luigi Varratta, ha messo «il caso Santa Maria Novella» tra le sue priorità «ma anche le Ferrovie devono darci una mano. Dobbiamo isolare le biglietterie automatiche e impedire l'accesso ai treni a chi è senza biglietto».
Però, per favore, non chiamateli né zingari né ladri, o sarete tutti denunciati. Benvenuti a Florence, Italy.
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