«Inconcludente», ha scritto il Guardian. «Carnevalesco», decreta impietoso The Atlantic. Sono solo alcune delle definizioni che la stampa estera ha riservato al sistema giudiziario italiano mentre assisteva a bocca aperta al processo che vedeva imputati Amanda Knox e Raffaele Sollecito. «L'intera vicenda si è rivelata un illogico e goffo disastro», commentava a poche ore dalla prima sentenza del processo bis la storica rivista americana di geopolitica The Atlantic. Giudizi che da ieri rischiano di farsi persino più severi. I quotidiani stranieri, specie gli inglesi, sottolineano già solo nella titolazione la via crucis dei due imputati, giudicati colpevoli due volte, dopo essere stati assolti in Appello e dopo che la Cassazione ha annullato l'assoluzione. The Independent apre così: «Colpevole...di nuovo: i giudici italiani ribaltano l'assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher». E anche il Times sottolinea: «Knox colpevole - di nuovo».
D'altra parte già nel 2011 Tobias Jones - scrittore e giornalista che ha vissuto nel nostro Paese per cinque anni e ha poi pubblicato un best-seller, Il cuore oscuro dell'Italia - ha provato a spiegare ai suoi lettori le stranezze della giustizia italiana, che «non arriva mai a certezze risolutive». «Quel che succede di solito è che si lascia la porta spalancata per portare il caso al livello successivo, prima l'appello e poi la Cassazione». «Un processo equo è spesso impossibile anche perché le parti più succulente vengono sempre fatte trapelare alla stampa molto prima dell'inizio delle udienze». Un'analisi della Reuters è persino più impietosa perché mette nero su bianco i numeri della nostra malagiustizia: 84 milioni sborsati dallo Stato solo nel 2011 per risarcire le vittime di ritardi ed errori giudiziari.
L'origine di questi mali? Per il britannico Jones è una questione di meritocrazia. Le nomine vengono fatte sulla base di logiche nepotiste e perciò «è inevitabile che ogni indagine abbia dei buchi e che degli avvocati decenti siano capaci di trovarli».
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