Il mondo di Daphne

Ciak, si sfila. In scena modelle, flash, musica, mille occhi puntati sui vestiti. Dietro le quinte, gli stilisti, sempre lì a monitorare, aggiustare, sistemare ogni dettaglio. E mentre aspettano di uscire sul «palco» a raccogliere gli applausi, non rinunciano (quasi mai) a un piccolo rito scaramantico. Dean e Dan Caten, il duo creativo di DSquared2, che aprono la penultima giornata della fashion week con una collezione ispirata ai pionieri americani di metà '800, scacciano la iella bevendo un bicchiere di champagne. Anche se sono solo le 10 del mattino (ma chissà a che ora si saranno svegliati). Anche Roberto Cavalli ama seguire un suo personalissimo rito: non sta mai dietro le quinte, ma (da buon padrone di casa) si mischia con i suoi ospiti. Da Mila Schön, dove la stilista Bianca Gervasio si è ispirata al meticoloso lavoro delle api, la iella si tiene a bada con una collana. In nappa, ha un ciondolo-taschino che contiene una «benefica» giada. «Gli ultimi tre giorni ho lavorato con la febbre. Per diffondere energia positiva ho indossato questo amuleto, e l'ho fatto mettere anche alle modelle». Da Lorenzo Riva, che ha appena finito di scrivere la sceneggiatura di un film («Ora speriamo che qualcuno la compri»), prima di calcare la passerella le modelle fanno come a teatro: gridano un prosaico «merd».

Ma per sicurezza, «mi porto sempre in tasca un amuleto che mi regalò anni fa una nobildonna». «Niente riti: ognuno è artefice della propria fortuna», dice invece Manuel Facchini, direttore creativo di Byblos, che sfila in Duomo. «Dopo il defilèe però - confessa - andrò dalla Madonnina…».

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