Il monito della Cei: "Urge un'etica pubblica condivisa"

Il Segretario generale della Cei, Monsignor Crociata: "Emerge lo scandalo avvertito dai più di fronte alle frodi perpetrate da esponenti delle classi dirigenti"

Il monito della Cei: "Urge un'etica pubblica condivisa"

Dopo gli scandali che hanno investito il mondo della politica e dell'imprenditoria, anche i vescovi italiani intervengono per commentare il momento sociale del paese.

"Lo scandalo avvertito dai più di fronte alle frodi perpetrate da esponenti delle classi dirigenti rivela la crescente percezione dell’urgenza di un’etica pubblica da tutti condivisa e rispettata", ha affermato questa mattina il Segretario generale della Cei, Monsignor Crociata intervenendo a Sorrento al Convegno organizzato dal Gran Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta sul tema "Cattolici e società: etica pubblica ed etica privata".

Crociata ha poi sottolineato il pericolo di vivere in modo separato l’etica pubblica e quella privata, ha messo in luce i limiti di un certo liberalismo individualista e ha analizzato le mutazioni in atto nel nostro Paese e a livello globale.

"Accanto alla rilevata separazione tra sfera privata e pubblica e tra i rispettivi parametri etici si assiste oggi a un fenomeno opposto, quello di una crescente porosità tra queste due sfere. Sempre più il privato diventa pubblico, come risulta evidente nel caso delle intercettazioni telefoniche e della loro diffusione, negli scandali legati alla sfera affettiva e intima, nella comunicazione dei propri sentimenti su mezzi di comunicazione di massa, nella condivisione di video che riportano la propria vita privata", ha detto Crociata.

Per i cattolici che s’impegnano nella vita politica è "indiscutibile" il rilievo pubblico della loro vita privata, secondo Crociata, che ha concluso: "Molti sostenitori della correttezza nei comportamenti pubblici, come gli unici a contare indipendentemente da quelli privati, tacciano di moralismo chi si

appella alla coerenza personale. I fautori della necessità dell’etica nell’agire anche privato degli attori pubblici non ritengono di doversi curare più di tanto di principi essenziali per la vita della collettività".

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