«I clienti possono dormire sonni tranquilli». Il giorno dopo il blitz della Finanza nella sede di Monte dei Paschi a Siena per far luce sull’acquisto di Antonveneta, i vertici della banca toscana hanno evitato drammatizzazioni. E così il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola hanno cercato di rassicurare investitori e soprattutto correntisti nel corso della loro prima conferenza stampa. «Io sono da tempo cliente del Monte», ha sottolineato Profumo solo da poche settimane al vertice dell’istituto.
Non è una nota a margine: con quelle parole il supermanager, che ha trasformato il vecchio Credito Italiano in una banca globale, ha voluto mettere la propria credibilità dinanzi al nome stesso dell’istituto senese. E non poteva essere altrimenti perché Profumo - con un passato da grande elettore di Romano Prodi e più volte indicato come «Papa straniero» dei democrat - è stato chiamato dai vertici del Pd (Bersani e Bindi) per sottrarre il Monte alla politica locale. Un po’ come faceva Berlinguer con le segreterie regionali eterodosse del vecchio Pci, nominando un commissario politico.
Nessuna polemica con i magistrati, che comunque «non rallenteranno il nostro lavoro». L’ex numero di Unicredit ha rimarcato come le perquisizioni siano avvenute con «grande rispetto del mercato» giacché la Procura di Siena mercoledì scorso ha emesso un comunicato per informare la Borsa. «Garantisco massima collaborazione, cooperazione e trasparenza» sull’indagine, ha aggiunto il presidente sottolineando che «la nostra massima preoccupazione in questo momento è per le 31mila persone che lavorano al Monte».
Profumo è entrato solo marginalmente nel merito dell’inchiesta. «Non ritengo avvieremo alcuna indagine interna» in cda sull’acquisto di Banca Antonveneta, ha precisato confermando la precisa intenzione di voltar pagina. Una battuta, però, se l’è concessa tradendo una concezione un po’ retro del gioco del calcio. «Ho fatto tantissime acquisizioni, alcune anche care, ma se gioco la schedina il lunedì faccio sempre 13». La metafora del vecchio Totocalcio serve a spiegare che ex post è facile giudicare sbagliata un’operazione. Tanto più che nel 2007 la crisi ancora non era esplosa e quei 10 miliardi poteva anche essere giustificabili. «Bisogna tenere conto che il mondo è cambiato in modo radicale», ha aggiunto rimarcando che il controllo dei conti «Tipicamente con le società quotate (come era stato l’istituto padovano) non si fa la due diligence, se c’è un singolo venditore si fa, ma conosco poco quella transazione».
Ecco perché l’indagine su Antonveneta (che pure segna un distacco della magistratura rispetto al milieu senese) non è dirimente. Il compito di Alessandro Profumo è un po’ quello di Mister Wolf in Pulp Fiction: risolvere problemi. Anche con decisioni spiacevoli. «Noi dovremo cambiare parecchio - ha rimarcato - ed è meglio essere veloci nel cambiamento che grandi e grossi» perché «esistono spazi consistenti per riportare la banca a esprimere tutta la sua forza». Infiltrazioni massoniche a Siena? «Non ne faccio parte, non me l’hanno mai chiesto, sarò forse Alice nel paese delle meraviglie».
Sulle modalità del cambiamento ha fornito qualche indicazione Fabrizio Viola che ha esordito ufficialmente in veste di ad. Dopo un 2011 chiuso con 4,7 miliardi di perdite (a causa della svalutazione dell’avviamento di Antonveneta), è ora di «riprendere un percorso di redditività per azionisti e clienti».
Ed è anche ora di rispondere alle richieste della vigilanza europea dell’Eba che chiedeva un aumento di capitale da 3,2 miliardi di euro, ma che si spera di evitare con una cessione di asset (l’indiziata numero uno è la finanziaria Consum.it). Sempre il mese prossimo, sarà pronto anche il nuovo piano industriale. La Borsa ha dato credito ai due manager e ieri Mps ha recuperato il 4 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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