Monti ci vuole mettere il bavaglio: «In Italia troppi toni anti tedeschi»

RomaAncora sette mesi a Palazzo Chigi, con un obiettivo da far tremare le vene i polsi quanto la lupa dantesca: «Se tutto scorre secondo i piani - dice Mario Monti - rimarrò in carica fino ad aprile 2013, e spero di essere riuscito a quel punto ad aver salvato l'Italia dalla rovina finanziaria».
Il premier parla al settimanale Der Spiegel, e la sua intervista - fatta qualche giorno fa ma resa nota ieri - è un lungo messaggio all'opinione pubblica e all'establishment tedesco, per blandire, rassicurare e anche pungolare i detentori della golden share sulle decisioni europee, indicando uno scenario molto fosco da sventare: «Le tensioni che da anni accompagnano l'Eurozona hanno già le sembianze di una disgregazione psicologica dell'Europa», e se non si pone un argine alle «contrapposizioni» e ai «rancori» tra Stati si rischia di «distruggere alle fondamenta il progetto europeo». Il premier mette in guardia i suoi interlocutori tedeschi: «Se la Germania e altri Stati hanno interesse che l'attuale politica in Italia abbia un futuro, devono decidersi a lasciare più margini di flessibilità a quei Paesi dell'Eurozona che si attengono con maggior precisione alle indicazioni europee». La Germania, insomma, si sbrighi a dare una sponda concreta agli sforzi del suo governo per ottemperare ai «compiti a casa» dettati dall'Europa, e a far allentare la pressione sull'Italia. Altrimenti, avverte Monti, anziché avere a Roma un governo collaborativo e diligente, Berlino rischia di veder prevalere in Italia quei «risentimenti anti-tedeschi» che stanno prendendo piede nell'opinione pubblica e soprattutto nella politica nostrana, dalla destra di Pdl e Lega alla sinistra populista dei Grillo e dei Di Pietro, dei quali Monti si dice «molto preoccupato», come ha spiegato anche a Frau Merkel: «Le ho riferito del crescente risentimento qui in Parlamento contro l'Ue, contro l'euro, contro i tedeschi e a volte contro lo stesso Cancelliere», rivela. Insomma, se si vuol continuare ad avere a Roma un interlocutore affidabile come il governo tecnico del Professore (magari anche dopo le elezioni), bisogna far vedere in fretta agli italiani un po' di «luce in fondo al tunnel», dimostrando loro che l'Europa non infligge solo medicine sempre più amare da mandar giù ma sa anche premiare i suoi sforzi. Alla Germania, precisa Monti, il suo governo chiede un «supporto morale», e non «aiuti finanziari». Anche perché, checché ne pensino i tedeschi male informati, finora l'Italia non ha percepito neppure «un solo euro» di aiuti in questa crisi, anzi: se quest'anno il nostro debito pubblico è cresciuto è dovuto proprio ai contributi che abbiamo versato ai fondi salva-Stati. Mentre la severa Germania finora ha guadagnato sulla nostra pelle, visto che gli alti tassi pagati dall'Italia «sovvenzionano quelli bassi pagati dalla Germania».
L'intervista allo Spiegel viene accolta con un silenzio freddo da parte del Pdl, mentre si scatenano all'unisono contro Monti sia la Lega che l'Idv. Monti «ha una bella faccia tosta», dice il capogruppo dei senatori dipietristi Felice Belisario, perché «se in Italia cresce un dissenso nei confronti dell'Eurozona è tutta colpa sua e del suo governo». Stessi toni dai leghisti, che accusano il premier di «scaricare le proprie responsabilità» sulla Germania: «Se si illude che i tedeschi paghino i nostri debiti si sbaglia di grosso», dice il vicecapogruppo Maurizio Fugatti.

Plaude invece il Pd Sandro Gozi: «In Germania c'è uno scontro forte tra europeisti e nazionalisti, e Monti fa bene a ricordare ai tedeschi che più aspettano a reagire alla crisi, e più caro pagheranno il prezzo delle loro cautele».

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