Monti dà i numeri: col Cav spread a 1200

Monti al WSJ: "Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200". Poi Palazzo Chigi rettifica: "Nessuna intenzione polemica". Il Pdl si vendica in Parlamento: governo sotto

Monti dà i numeri: col Cav spread a 1200

"Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile". A dare i numeri è il premier Mario Monti. Lo stesso premier che prima si era detto sicuro di riuscire ad abbassare il differenziale di rendimento Btp-Bund salvo poi (una volta che ha sfondato la quota dei 500 punti) dire che lo spread non dipendesse da lui.

Adesso, in una intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata solo oggi sul sito on line, il presidente del Consiglio fa un'analisi della situazione e afferma che "gli spread sono ancora alti perché il nostro debito è oggettivamente molto alto e i mercati hanno iniziato a realizzare in maniera drammatica che la governance dell’eurozona è ancora debole. La Francia ha fatto molte meno riforme rispetto a noi ma i suoi spread rimangono bassi. Penso che la ragione sia che la gente crede che mai la Germania lascerà andare la Francia".

Fonti di palazzo Chigi intanto si sono affrettate a spiegare che nelle parole di Monti non c’è alcuna intenzione polemica nei confronti del precedente esecutivo. La stima dello spread a 1.200 è il frutto di una proiezione degli effetti della speculazione sull’Italia, se non ci fosse stata un’iniziativa di discontinuità come quella che lo scorso novembre portò all’avvicendamento tra Berlusconi e Monti.

Sarà. Intanto, il premier ha ribadito quello che è uno dei suoi progetti: cambiare la mentalità degli italiani. "Spero che il mio governo possa aiutare a cambiare la mentalità degli italiani, non sostituendola con quella tedesca, ma ci sono degli aspetti - come la solidarietà spinta a livello di collusione - che sono alla base di comportamenti come l’evasione fiscale", ha affermato Monti.

Che poi ha parlato anche della concertazione ritenendola "una pratica utilizzata in modo troppo esteso in passato e paragonandola al dentifricio: se non lo chiudi, finisce tutto fuori".

Infine, parlando di riforme, il Professore ha affermato che quelle "fatte finora dal governo non bastano a rimettere l’Italia in forma, occorre che mettano bene radici nei comportamenti degli italiani in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile".

La frase di Monti sullo spread ha fatto infuriare il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. "Abbiamo l’impressione che il presidente Monti dovrebbe avere una maggiore sobrietà nelle sue interviste a giornali esteri, ieri a Der Spiegel e oggi al WSJ. Capiamo che gli può risultare sgradito il fatto che il saliscendi degli spread sta avvenendo anche durante il suo governo e che ciò può averlo innervosito, ma questo non giustifica una provocazione tanto inutile quanto stupida che rinviamo al mittente, comprese le giustificazioni di Palazzo Chigi".

Anche il presidente del gruppo Pdl, Maurizio Gasparri ha detto la sua contro Monti: "Mentre il Parlamento vota fiducie a raffica sarebbe bene che il comportamento di Monti fosse più equilibrato e rispettoso. Ci si potrebbe anche stufare prima o poi".

Intanto la reazione non si fa attendere e il Pdl scatena la vendetta in Aula: ilc entrodestra manda sotto il Governo alla Camera e fa mancare il numero legale in Senato. Nel frattempo Angelino Alfano intima al premier di spiegare "le sue insensate affermazioni".

Lo stato d'allerta spaventa Palazzo Chigi e Monti chiama Berlusconi per scusarsi e spiegare che le sue dichiarazioni non avevano nessuna valenza politica e sono state estrapolate dall'intervista. Ma il caso è ancora aperto.

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