Monti: "I partiti tornino alla guida nel 2013". Ma c'è chi chiede la sua testa

Il premier non molla: resta fino al 2013. Ma promette: "Alla fine del mandato resto senatore a vita". E da Maroni a Storace, in molti chiedono le sue dimissioni

La fine della legislatura si avvicina, lo spread è tornato ai livelli pre-governo tecnico e i partiti si organizzano per le prossime elezioni. Mario Monti non vuol sentir parlare di voto anticipato, ma sui mercati c'è una tale tensione che in tanti iniziano a chiederne le dimissioni. Quel che sembra certo, per ora, è che il premier non ha intenzione di restare in politica, ma di lasciare le redini del Paese in mano ai partiti.

Ecco perché, intervistato dalla testata russa Rossiyskaya Gazeta, Monti ha chiesto alle forze politiche che dal 2013 "si assumano tutta la responsabilità" della guida del Paese. "Speriamo che la buona legislazione elettorale possa facilitare la vita politica", ha aggiunto, "A fine del mio mandato di premier io rimarrò, come lo sono adesso, un senatore a vita. Anche questa è stata la decisione del presidente Napolitano. Grazie a questo incarico avrò modo di osservare la vita del Paese e continuerò a lavorare per il suo bene". Monti, insomma, ha chiaro quale sia il suo mandato: "Mi hanno chiesto di assicurare la gestione del Paese fino alla primavera del 2013. Io e i miei colleghi stiamo cercando con tutte le nostre forze di farlo nel miglior modo possibile".

Eppure questa gestione sembra non piacere né ai mercati, né a molti esponenti politici che ora, con lo il differenziale tra Bund e Btp tornato sopra i 500 punti base, chiedono le sue dimissioni. A partire da Roberto Maroni, neoelettosegretario della Lega Nord, che sulla sua pagina Facebook ha scritto: "Spread alle stelle, borse nel caos: Monti ha fallito, si dimetta subito, elezioni a ottobre". Della stessa idea il leader della Destra Francesco Storace, secondo cui ormai è dimostrato il fallimento dei governi tecnici: "I fondi salva-Stati sono una bufala, e nonostante il fiscal compact i mercati se ne fregano di tutto e tutti, e le borse bruciano miliardi di euro. Non dobbiamo prendere appunti da chi sta mandando in malora una nazione, da chi sta sacrificando il futuro dei nostri figli per i conti delle banche Gli italiani non vi hanno votato, e non vi vuole più nessuno".

Meno categorico il Pdl: per il coordinatore Ignazio La Russa, l'ipotesi di elezioni anticipate sono legate alla decisione di Monti: "È stato lui a dire che per i mercati la democrazia è una seccatura e l’incertezza del risultato elettorale un problema. Se Monti dicesse che all’Italia serve concludere anticipatamente la legislatura e che lui intende togliere il disturbo anzitempo, non saremmo noi a trattenerlo".

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